Se la percentuale di invalidità civile richiesta o ritenuta più corretta non viene accolta, l’istante può cercare di ottenere tale riconoscimento con un ricorso giudiziario, da proporre presso la sezione Lavoro del tribunale civile. Tecnicamente infatti non esiste la possibilità di effettuare un ricorso amministrativo avverso il giudizio espresso nel verbale d’invalidità.
Sul sito INPS si accenna anche alla possibilità di un ricorso amministrativo, ma viene precisato che tale possibilità è prevista solo in caso di diniego dell’erogazione della prestazione economica per mancanza dei requisiti amministrativi, che descrivo in dettaglio più avanti
Ma in realtà esiste una procedura avviata in autonomia dall’INPS, non pubblicizzata, chiamata “richiesta di annullamento del verbale in autotutela” per cui l’invalido può richiedere all’INPS che il proprio verbale venga annullato e di essere sottoposto a nuova visita. La procedura consiste nell’invio della documentazione medica alla Commissione Superiore dell’INPS chiedendo la modifica del giudizio. In tal caso l’INPS può:
- annullare il verbale e riconoscere quanto richiesto,
- bloccare il verbale e disporre una nuova visita di accertamento presso la Commissione INPS della provincia di residenza
- confermare il giudizio espresso precedentemente.
Attenzione che però a volte esiste una certa lungagine per la trattazione di questo tipo di istanza che non interrompe i termini prescrizionali per l’azione giudiziaria (vedi dopo).
Premetto che questa pagina non è stata compilata per dare informazioni ad Avvocati e dottori in Giurisprudenza, ma a soggetti che desiderano avere un’idea di massima sui tempi e la procedura che caratterizzano un ricorso giudiziario per un negato beneficio in ambito d’invalidità civile.
Il termine di prescrizione entro il quale può essere presentato il ricorso giudiziario è di 180 giorni dalla comunicazione, quindi della data di arrivo della raccomandata contenente il verbale o della data di consegna del verbale stesso da parte degli uffici INPS oppure, in ogni caso, dalla data di conoscenza di tale verbale, ad esempio scaricandolo dalla propria pagina personale sul sito dell’INPS. Il deposito del ricorso interrompe la prescrizione.
Sulle modalità di espletamento del ricorso legale avverso i Verbali di Invalidità Civile, con il DL 98/2011, art. 38, sono state introdotto delle modifiche sostanziali valide a partire dal 1 gennaio 2012.
Da precisare che una identica procedura è prevista per ricorrere avverso i verbali di legge 104/92, di cecità civile, di sordità e di invalidità contributiva, legge 222/84.
- con l’assistenza di un avvocato occorre innanzitutto depositare un’istanza di accertamento tecnico preventivo; nell’istanza devono essere esposte le condizioni sanitarie che provocano lo stato invalidante, allegando idonea documentazione medica specialistica e, se opportuno, una perizia di parte; con il deposito si interrompe la prescrizione;
- il giudice, dopo lettura del ricorso, ordina la comparizione delle parti assieme ad un CTU (Consulente Tecnico d’Ufficio) per il giuramento. I tempi compresi tra il deposito dell’istanza e il giuramento del CTU non sono costanti; dipende dal carico di lavoro del singolo Giudice ma in genere non sono molto lunghi (3-5 mesi per lo più)
- il CTU, il medico incaricato dal giudice di procedere all’Accertamento Tecnico Preventivo, indica una data per la visita del ricorrente, almeno dopo 20 giorni dalla data del giuramento e, alla presenza di eventuali CTP (consulenti tecnici di parte) per il ricorrente e/o l’INPS, procede a visita medico legale, visiona la documentazione sanitaria, eventualmente dispone supplementi d’indagine; quindi redige e notifica alle parti la relazione di ATP (accertamento tecnico preventivo); il CTP, per documentati motivi può chiedere al giudice ulteriore tempo, cioè un rinvio della data entro il quale depositare la sua relazione, ad esempio se ha chiesto l’effettuazione di un accertamento specialistico per il quale occorre attendere un certo tempo o per difficoltà insite nella valutazione del caso specifico;
- le parti hanno un periodo di tempo di solito di 20 giorni per inviare al CTU eventuali osservazioni;
- quindi il CTU entro un tempo indicato dal giudice, generalmente 20 giorni, deposita in cancelleria la sua relazione comprensiva delle osservazioni delle parti e della sua risposta;
- dopo il deposito della relazione di ATP, entro un termine perentorio fissato da giudice ma comunque non superiore a 30 gg., le parti dovranno depositare atto scritto di accettazione o di contestazione della CTU; il mancato deposito è considerato accettazione implicita;
- l’accettazione provoca la omologazione giudiziale della CTU; con il provvedimento il giudice provvede anche alla ripartizione della spese;
- l’omologazione è inappellabile ma è previsto il ricorso straordinario per cassazione limitatamente alla statuizione delle spese;
- se la CTU e la successiva omologazione hanno dato ragione al ricorrente, l’INPS dovrà necessariamente pagare la prestazione entro i successivi 120 gg.;
- ma l’INPS a questo punto, eventualmente, può eccepire la carenza dei requisiti amministrativi. In questo caso il ricorrente, anche se vittorioso, dovrà intraprendere un’altro giudizio, questa volta nella forma ordinaria.
- se la CTU viene contestata da una delle parti entro il termine indicato dal giudice tramite deposito di note di contestazione, anche prive di motivazione, allora si può avviare un ricorso giudiziario che avverrà nella forma consueta;
- con il supporto di documentazione medica ed eventualmente di una consulenza di parte si da inizio all’azione legale che prevede la nomina di un altro CTU, che visitato il ricorrente e valutata la documentazione sanitaria, proporrà al giudice le proprie valutazioni;
- sulla scorta della CTU, le cui valutazioni possono comunque essere contestate da una o da entrambe le parti, il Giudice disporrà la sentenza.
- la sentenza è inappellabile ma è previsto il ricorso straordinario per cassazione per motivi di legittimità.
DECESSO DEL RICHIEDENTE
Il ricorso giudiziario, in caso di decesso del richiedente, può essere proposto anche dagli eredi, tutti gli eredi, che debbono dare congiuntamente mandato all’avvocato di presentare il ricorso.
Ciò è possibile sia all’atto di presentazione del ricorso, sia se il decesso del richiedente avviene a ricorso già presentato. Gli avvocati conoscono benissimo la procedura e possono tranquillamente guidare gli eredi nella prosecuzione del ricorso.
L’accertamento tecnico, in questo caso, avviene ugualmente ma “sugli atti”, cioè valutando la documentazione medica che i ricorrenti hanno prodotto in giudizio. L’iter è identico.
PRECISAZIONI
Durante il procedimento giudiziario di ricorso per invalidità civile NON può essere presentata una ulteriore domanda di aggravamento per invalidità civile, e questo fino alla fine del giudizio.
Dott. Salvatore Nicolosi
Già consulente servizi medicina legale Patronato INCA-CGIL di Siracusa
buongiorno dottore, 2 anni fa mi è stata riconosciuta un’invalidità del 46% con “DISTURBO ANSIOSO LIEVE, OSTEOARTRITE CRONICA E DISCOPATIA CRONICA DEL RACHIDE,
FIBROMIALGIA, per cui ho potuto iscrivermi al collocamento mirato
A gennaio 2020, avendo in mano i nuovi referti medici di reumatologo, neurologo, psichiatra e altri, faccio la richiesta di aggravamento.
Ad oggi venerdi 17 aprile, ricevo sulla cassetta postale on line dell’INPS, l’esito della visita medica, con grande disappunto vedo che mi hanno ridotto al 35% l’invalidità con diagnosi “DISTURBO DISTIMICO SDR FIBROMIALGICA SDR DELLE GAMBE SENZA RIPOSO”.
IO NON SONO D’ACCORDO CON QUESTO ESITO.
VORREI FARE RICORSO! OPPURE RICHIEDERE IL RICORSO CON AUTOTUTELA PER ANNULLARE QUESTO VERBALE.
COSA CONSIGLIA DOTTORE?
SALUTI ELEONORA
Bunasera.
Se è un Accertamento Tecnico Preventivo il tempo da lei indicato mi sembra eccessivo.
Si informi con l’avvocato.
saluti
Buona sera o fatto un ricorso per cecita alla fine del 2017 .
Nel maggio del 2019 vado a visita CTU a oggi non sappiamo ancora nulla
ma e nella norma o ce qualcosa che non va GRAZIE
Grazie per la risposta.
Buonasera.
Dovrebbe essere l’INPS a chiamare a visita di revisione, ma nella mia città, in questo momento, le attività INPS sono quasi tutte bloccate. Credo si possa esser certi che ciameranno a revisione, ma con un certo ritardo.
Saluti
Buonasera Dott. Nicolosi, mio figlio di anni 6 è stato riconosciuto tramite Decreto di omologa del Tribunale di Foggia, minore con “difficoltà persistenti allo svolgimento dei compiti e delle funzioni propri della minore età conseguenti a ritardo del linguaggio” con assegnazione dell’indennità di frequenza e proposta di revisione, come da CTU del 23/03/2019, trascorsi 12 mesi. Presumo che i dodici mesi debbano decorrere dal 23/03/2019 e pertanto Le chiedo se sono io a dovermi attivare presso l’INPS per sottoporre il bambino a revisione o dovrebbe essere l’INPS a dovermi convocare dal momento che i 12 mesi scadono proprio tra pochi giorni?
Cordialmente.
Buonasera.
Naturalmente si, per fare una nuova istanza è necessario il certificato telematico introduttivo.
Saluti
La ringrazio per la risposta. Nel caso di specie essendo trascorsi i 6 mesi la pratica ricomincia con il certificato introduttivo rilasciato dal proprio medico di base? Saluti
Buonasera.
Se non sono trascorsi oltre sei mesi dall’arrivo del verbale può presentare un ricorso giudiziario, come indicato ampiamente in questa pagina; se siamo oltre i 6 mesi può solo presentare una nuova istanza, naturalmente documentando puntualmente e minuziosamente le infermità che hanno provocato il peggioramente e l’incidenza funzionale delle stesse infermità.
Saluti
Buonasera.
La percentuale indicata in tabella relativa al rene policistico, ormai per consuetudine e per prassi medico-legale ampiamente consolidata, si riferisce alla malattia policistica con grave insufficienza renale.
Se la funzione renale è conservata allora la percentuale riconoscibile d’invalidità, cioè di riduzione di capacità lavorativa, è veramente molto bassa.
Saluti