CEFALEE ED INVALIDITA’ CIVILE

Emicrania: caricatura di George Cruikshank

I recenti dati ISTAT ci dicono che la prevalenza annuale globale delle cefalee nella popolazione italiana è del 29% circa, cioè nell’arco dell’anno una quantità elevatissima di italiani ha avuto almeno un episodio di cefalea.

In verità di cefalee e/o emicranie ne esistono parecchie forme, per lo più piuttosto benigne, fastidiose certamente, ma invalidanti senz’altro no.

Alcune forme però, per la violenza del dolore e per la frequenza degli attacchi, incidono gravemente sulla vita quotidiana e lavorativa costringendo lo sfortunato soggetto a un prolungato “riposo” in stanza buia, lontano da rumori, in preda a violenti dolori, a volte solo parzialmente responsivi alla terapia.

In sostanza si tratta di forme che a ben vedere possono essere considerate malattie invalidanti e meritevoli di valutazione nell’ambito dell’accertamento dell’invalidità civile.

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Purtroppo, la incompleta ed obsoleta tabella delle menomazioni invalidanti del DM 05/02/1992, non è mai stata aggiornata e il criterio analogico previsto nel caso di infermità non codificate, nel caso delle cefalee, poco aiuta.

Con la circolare n. 30 del 14/12/2006 la Regione Lombardia aveva emesso delle “indicazioni operative per la valutazione delle cefalee nell’ambito dell’invalidità civile“, dando istruzioni apposite alle commissioni per l’accertamento dell’Invalidità Civile (qui il documento ==>Circolare_Regione Lombardia_DisCefalee_112006 ).

Con una lettera datata 17/12/2010, avente ad oggetto “Indicazioni operative per la valutazione delle cefalee nell’ambito dell’invalidità civile”, anche la Regione Valle D’Aosta ha dato indicazioni alle commissioni sulla valutazione delle cefalee in ambito di invalidità civile, sostanzialmente riprendendo la tabella elaborata dalla REgione Lombardia (questa è la lettera ==>aosta17_lettera_valutazione_cefalee).

Tale tabella non ha valore di legge, quindi può essere tranquillamente disattesa dalle Commissioni, soprattutto quelle che non operano nei territori della Lombardia e della Valle D’aosta. E’ però uno strumento indicativo che apre una breccia su una delle tante problematiche lasciate in sospeso dal DM 05/02/1992.

I tempi effettivamente sarebbero maturi per un aggiornamento della tabella, non nel senso di una maggiore restrizione o larghezza valutativa, ma nel senso di procedere ad una integrazione con tutta una serie di patologie certamente invalidanti la cui valutazione, in assenza di indicazioni precise,  troppo spesso è personalistica.

Tornando alla tabella delle indicazioni operative per la valutazione delle cefalee, dal documento si evince che:

  • è necessario che la cefalea/emicrania sia certificata da un centro cefalee di rilevanza nazionale
  • è necessario un congruo periodo di osservazione, almeno un anno (periodi più brevi, a mio parere, potrebbero giustamente ingenerare qualche sospetto);
  • le cefalee vengono suddivise in tre fasce di gravità con percentuali di 0-10%, 11-30%, 31-46% secondo il tipo, la frequenza e la risposta alla terapia.

Ribadisco che per adesso si tratta di indicazioni valide solo nelle regioni Lombardia e Valle D’Aosta; non ci si aspetti che una Commissione toscana o calabrese o ligure proceda a valutazione secondo i canoni definiti nei due documenti che ho citato.

Saluti

Dott. Salvatore Nicolosi
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