La malattia di Pompe è una patologia muscolare progressiva ereditaria causata da un difetto dell’enzima lisosomiale alfa-glucosidasi acida (GAA). Conosciuta anche come “Glicogenosi di tipo II” o “malattia da accumulo lisosomiale di glicogeno”, si manifesta attraverso l’accumulo di glicogeno nei lisosomi delle cellule, principalmente nei muscoli scheletrici e cardiaci.
EPIDEMIOLOGIA
L’incidenza della malattia è stimata intorno a 1:40.000 nati vivi, con una maggiore prevalenza in alcune popolazioni, come cinesi e afroamericani.
EZIOLOGIA E PATOGENESI
La malattia è ereditaria con trasmissione autosomica recessiva, quindi si manifesta solo nei soggetti omozigoti, causata da mutazioni nel gene GAA situato sul cromosoma 17 (q25.2-25.3). Questo gene codifica per l’alfa-glucosidasi acida, un enzima essenziale per la degradazione del glicogeno nei lisosomi. Ad oggi sono state identificate oltre 500 mutazioni genetiche responsabili della malattia, alcune specifiche per gruppi etnici.
L’accumulo di glicogeno nei lisosomi causa disfunzioni cellulari che colpiscono principalmente i muscoli striati, il cuore e, in alcuni casi, altri organi.
QUADRO CLINICO E FORME
La malattia di Pompe si presenta in due forme principali:
Forma ad esordio infantile (IOPD): La forma infantile è la manifestazione più grave della malattia. I sintomi compaiono nelle prime settimane o mesi di vita e includono:
Grave ipotonia muscolare, che si traduce in difficoltà nel controllo del capo e movimenti limitati.
Cardiomiopatia ipertrofica progressiva, spesso evidenziata tramite ecocardiogramma.
Difficoltà di alimentazione dovuta a debolezza dei muscoli della deglutizione.
Insufficienza respiratoria precoce causata da ipotonia dei muscoli respiratori, in particolare del diaframma. In assenza di terapia, la malattia conduce generalmente al decesso entro il primo anno di vita, principalmente a causa di insufficienza cardiaca o respiratoria.
Forma ad esordio tardivo (LOPD): Questa forma si manifesta dopo il primo anno di vita, spesso durante l’adolescenza o l’età adulta, con sintomi più variabili e una progressione più lenta. Le caratteristiche cliniche principali includono:
Debolezza muscolare progressiva, che colpisce inizialmente i muscoli prossimali degli arti inferiori e della schiena, causando difficoltà a salire le scale o a rialzarsi da una posizione seduta.
Insufficienza respiratoria, dovuta al coinvolgimento dei muscoli respiratori e al progressivo indebolimento del diaframma, che può richiedere ventilazione assistita.
Riduzione della tolleranza all’esercizio e affaticamento cronico.
Nei casi avanzati, possono verificarsi complicanze respiratorie, scoliosi e osteoporosi.
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DIAGNOSI
La diagnosi della malattia di Pompe si basa su una combinazione di osservazioni cliniche, test di laboratorio e conferme genetiche:
Esami enzimatici: Misurazione dell’attività dell’alfa-glucosidasi acida in campioni di sangue essiccato (DBS), fibroblasti o leucociti.
Test genetici: Analisi molecolare per identificare mutazioni nel gene GAA. Questi test sono essenziali per confermare la diagnosi e per distinguere tra le diverse varianti della malattia.
Imaging: L’ecocardiogramma può rivelare cardiomiopatia ipertrofica nella forma infantile, mentre la risonanza magnetica muscolare può evidenziare il grado di degenerazione nei muscoli scheletrici.
Esami di funzionalità respiratoria: Inclusi spirometria e misurazioni della forza dei muscoli respiratori, fondamentali per monitorare l’evoluzione della malattia nelle forme tardive.
Screening neonatale: Sempre più implementato, consente di identificare precocemente i neonati affetti e avviare tempestivamente il trattamento.
TERAPIA DELLA MALATTIA DI POMPE
La terapia della malattia di Pompe si basa principalmente sulla terapia enzimatica sostitutiva (ERT)
Nel 2006 è stato introdotto l’Alglucosidasi Alfa (Myozyme® e Lumizyme®), una forma ricombinante dell’alfa-glucosidasi acida.
L’Alglucosidasi Alfa:
nella forma infantile:
riduce l’accumulo di glicogeno nei tessuti;
migliora la funzione cardiaca e muscolare, aumentando significativamente la sopravvivenza;
l’efficacia dipende dalla tempestività dell’inizio del trattamento;
nella forma tardiva:
rallenta la progressione della debolezza muscolare e dell’insufficienza respiratoria;
l’efficacia è variabile e dipende dal grado di danno muscolare preesistente.
In maggio 2024, con la determina AIFA 68/2024, è stato approvato in Italia l’uso di Cipaglucosidasi alfa che, in associazione a miglustat è utilizzabile ” per il trattamento di adulti con malattia di Pompe a esordio tardivo (deficit di α-glucosidasi acida [GAA])“
Nell’RCP, il Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto di Cipaglucosidasi alfa rilasciato dall’EMA, a proposito del meccanismo di azione di questa molecola si legge: ” La malattia di Pompe è causata da un deficit di alfa-glucosidasi acida (GAA), che degrada il glicogeno in glucosio nei lisosomi. Cipaglucosidasi alfa è destinata a sostituire l’enzima endogeno assente o insufficiente.
Cipaglucosidasi alfa viene stabilizzata da miglustat, che minimizza la perdita di attività dell’enzima nel sangue durante l’infusione di questo enzima idrolitico specifico per il glicogeno e arricchito con N-glicani bis-M6P per un legame a elevata affinità indipendente dai cationi con il recettore del mannosio-6-fosfato (CI-MPR). Dopo il legame, l’enzima viene internalizzato nei lisosomi, in cui viene sottoposto al clivaggio proteolitico e alla rimozione degli N-glicani, entrambi necessari per ottenere la forma più matura e attiva dell’enzima GAA. Cipaglucosidasi alfa quindi esercita l’attività enzimatica mediante la scissione del glicogeno, riducendo il glicogeno intramuscolare e migliorando il danno tissutale.“
Nuove prospettive terapeutiche:
Terapia genica: studi preclinici e clinici stanno esplorando l’uso di vettori virali per introdurre una copia funzionante del gene GAA. I risultati preliminari sono promettenti.
Terapie combinate: approcci che integrano ERT con molecole che migliorano la penetrazione del farmaco nei tessuti bersaglio, come i muscoli scheletrici; di questa linea di ricerca fa in effetti parte la Cipaglucosidasi alfa.
Oltre alla terapia specifica, la gestione della malattia include interventi di supporto:
Ventilazione assistita per l’insufficienza respiratoria.
Fisioterapia per mantenere la mobilità e prevenire contratture.
Nutrizione enterale in caso di difficoltà di alimentazione.
TESTO CONSIGLIATO:
La malattia di Pompe su PubMed ==> da QUI
La malattia di Pompe sul sito della FDA ==> da QUI
Dott. Salvatore Nicolosi
Specialista in Medicina Generale