Si è già evidenziato come il maltrattamento intrafamiliare sul minore sia un fenomeno in gran parte sommerso, per cui richiede una disposizione attiva per essere rilevato.

Più spesso di quanto vorremmo credere, dietro a comportamenti genericamente definiti inadeguati, che si evidenziano soprattutto a scuola (difficoltà di apprendimento, aggressività, non rispetto delle regole, isolamento ecc.), si nascondono drammi ben più gravi riconducibili a situazioni di maltrattamento e/o di abuso sessuale.

Il bambino spesso usa i comportamenti, più delle parole, per chiedere aiuto e per raccontare il suo malessere e individua persone vicine per “confidare” e comunicare il disagio in cui vive.

I comportamenti e i segnali che il bambino manda quando è vittima di maltrattamento o abuso sessuale sono detti indicatori.

Si tratta di segnali per lo più aspecifici, di “campanelli d’allarme”, che pertanto sono da usare con prudenza e competenza, evitando di minimizzarli o di enfatizzarli. Occorre che gli operatori, nei loro contesti di lavoro, affinino sempre più la capacità di cogliere i segnali di sofferenza del bambino e dell’adolescente.

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Nei servizi scolastici, educativi, sanitari e sociali bisogna creare le condizioni, affinchè il bambino si senta accolto ed aiutato ad esprimere all’adulto le sue emozioni e i suoi disagi. Ciò può avvenire solo in un clima di affettività ed empatia e soprattutto nell’ambito di una relazione di fiducia, che consenta al bambino di aprirsi.

Solo alla luce di queste considerazioni, si possono utilizzare, nel lavoro di osservazione, griglie di indicatori da correlare sempre ad altri elementi di osservazione nonché alle informazioni in possesso di altri operatori, nell’ambito di una valutazione globale multidisciplinare.

In quest’ottica gli indicatori depongono per una significativa possibilità di danno alla vita o alla salute psico-fisica del bambino, di una distorsione del suo sviluppo o di altri risultati patologici.

Pertanto l’indicatore di rischio è la spia di un periodo critico o di un pericolo e/o danno.

I soggetti e le agenzie sociali che possono fungere da osservatorio dei segnali di rischio e di disagio minorile sono numerosi:

Gli insegnanti, il cui ruolo li mette in grado di rilevare comportamenti insoliti, gli educatori del tempo libero, gli operatori sanitari, che esercitano funzioni di filtro, prevenzione e cura, e gli operatori sociali.

E’ dunque improbabile che i segnali di disagio infantile siano impercettibili. Piuttosto rischiano di passare inosservati perché suscitano due forme di reazione nella mentalità anche degli operatori:

  • incredulità di fronte alla possibilità che i genitori possano nuocere al bambino;

  • criminalizzazione del genitore maltrattante.

Gli indicatori di rischio possono essere numerosi e svariati, di tipo fisico e/o comportamentale.

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MALTRATTAMENTO FISICO

Segni fisici

  • Lesioni cutanee (lividi, ecchimosi, morsi, bruciature,segni di legature, segni di frustate o cinghiate, ecc.)

  • Lesioni scheletriche (fratture o lussazioni)

  • Traumi cranici (frattura cranica, emorragie retiniche o derivanti da distacco del cuoio capelluto)

  • Lesioni interne (rottura della milza, lesioni intestinali, renali)

  • Deficit della crescita staturo-ponderale

Segni comportamentali

  • Ostilità all’autorità

  • Aggressività e iperattività

  • Violenza accompagnata da difficoltà relazionali

  • Passività, sottomissione, isolamento

  • Elevata difficoltà di concentrazione

  • Improvvisi e repentini cambiamenti d’umore e/o nel rendimento scolastico;

  • attaccamento indiscriminato e “adesivo” verso gli estranei;

  • Ritardi nello sviluppo psicomotorio, nel controllo sfinterico, nelle capacità di ragionamento;

  • Atteggiamenti autolesivi e distruttivi;

  • comportamento disturbato nei confronti del cibo (anoressia, bulimia, mangiare compulsivamente);

  • rifiuto di fare attività fisica a scuola;

  • assenza nei giorni delle visite mediche.

VIOLENZA ASSISTITA

Gli indicatori di rischio saranno relativi alla tipologia, caratteristiche e dinamiche degli atti di violenza fisica, verbale, psicologica, economica, sessuale e al periodo di insorgenza del maltrattamento.

ABUSO SESSUALE

Segni fisici

  • lesioni traumatiche dell’apparato genitale e anale;

  • ferite sulle cosce, sui glutei;

  • ferite alla bocca o in gola, infiammazioni e infezioni;

  • perdite vaginali, dolori e infiammazioni della zona genitale;

  • malattie sessualmente trasmissibili;

  • gravidanze molto precoci.

Segni comportamentali

  • paure e fobie;

  • evitamento dell’adulto;

  • conoscenze sessuali inadeguate all’età e comportamenti sessualizzati;

  • problematiche emozionali come sensi di colpa, di vergogna, d’impotenza, pianti improvvisi, ansia;

  • anoressia, bulimia;

  • crolli nel rendimento scolastico;

  • inadempienza scolastica;

  • tentativi di suicidio, fughe da casa, abuso di sostanze stupefacenti e alcooliche;

  • paura degli adulti o atteggiamento seduttivo, spesso sessualizzato;

  • isolamento sociale;

  • atteggiamenti ribelli e provocatori;

  • depressione, incubi, ossessioni;

  • negli adolescenti: promiscuità sessuale, prostituzione, gravidanze precoci.

Vi è un aumento di disturbi psicosomatici quali: mal di testa, mal di stomaco, enuresi diurna e notturna, stipsi, sonno eccessivo o insonnia.

MALTRATTAMENTO PSICOLOGICO

Gli indicatori possono essere numerosi e svariati:

  • ritardo nello sviluppo;

  • scarsa capacità di adattamento;

  • scarsa o eccessiva considerazione di sé;

  • scarsa socievolezza;

  • assunzione di ruoli impropri (adultizzazione precoce)

  • reazioni nevrotiche (isterismo, ossessioni, fobie, ipocondrie)

  • sadomasochismo;

  • tentato suicidio;

  • ansietà nelle separazioni e ansietà in presenza di estranei;

  • abitudini improprie e stereotipate (mordere, enuresi, disordini alimentari, ecc.)

  • mancanza di gioco e di fantasia;

  • turbe del comportamento e problemi nell’apprendimento;

  • distruttività e crudeltà

  • terrori notturni

  • agiti comportamentali e atteggiamenti di sfida.

INCURIA O TRASCURATEZZA

Segni fisici

  • Carenza di cure igieniche

  • Abbigliamento inadeguato

  • Assenza o carenza di cure sanitarie

  • Malnutrizione

  • Ritardo mentale dovuto a carenza di stimoli

  • deficit nella crescita staturo-ponderale;

  • frequenti malattie bronchiali e/o polmonari, dovute a eccessiva esposizione al freddo o al caldo.

Segni comportamentali

  • Disattenzione, svogliatezza

  • Bambini che mostrano di avere sempre fame, che rubano ai compagni;

  • Assenteismo o frequenti ritardi scolastici;

  • frequenti incidenti domestici;

  • stanchezza permanente (si addormentano in classe);

  • mancanza di materiale scolastico o tendenza a distruggerlo o rubarlo ai compagni.

FATTORI DI RISCHIO FAMILIARI

Anche se il maltrattamento intrafamiliare è un fenomeno che taglia trasversalmente tutte le fasce sociali, esistono tuttavia delle coppie o interi nuclei familiari definibili “ a rischio”, per una serie di motivi. Si possono distinguere fattori di rischio distali (FRD) e fattori di rischio prossimali (FPR).

Fattori di rischio distali

  • Povertà cronica

  • Basso livello di istruzione

  • Giovane età della madre

  • Carenza di relazioni interpersonali

  • Carenza di reti e di integrazione sociale

  • Famiglia monoparentale

  • Esperienze di rifiuto, violenza e/o abuso subite nell’infanzia

  • Sfiducia verso le norme sociali e le istituzioni

  • Accettazione della violenza come pratica educativa

  • Accettazione della pornografia infantile

  • Scarse conoscenze e disinteresse per lo sviluppo del bambino/adolescente

Fattori prossimali di rischio e di amplificazione del rischio

  • Psicopatologia di uno o di entrambi i genitori

  • Devianza di uno o di entrambi i genitori

  • Abuso di sostanze

  • Debole o assente capacità di assunzione delle responsabilità

  • Distorsione delle emozioni e delle capacità empatiche

  • Scarsa tolleranza delle frustrazioni

  • Maternità non desiderata

  • Relazioni difficili con la famiglia d’origine

  • Conflitti di coppia e violenza domestica

  • Malattie fisiche del bambino

  • Temperamento difficile del bambino/adolescente

  • Famiglie in condizioni abitative inadeguate e con difficoltà economiche.

Si possono individuare degli indicatori nel comportamento dei genitori maltrattanti, sempre da valutare con cautela nell’ambito di un quadro complessivo:

  • Ignorano i loro bambini quando piangono o reagiscono con estrema impazienza;

  • Parlano dei loro figli come di bambini/adolescenti molto cattivi, diversi da tutti gli altri;

  • Mostrano distacco emotivo;

  • Mostrano reazioni inappropriate alla situazione (eccessiva o scarsa preoccupazione);

  • Sembrano avere comportamenti irrazionali;

  • Sembrano essere crudeli, sadici, mancanti di senso di rimorso;

  • Mostrano perdita di controllo;

  • Usano droga o alcool;

  • Riferiscono di essere cresciuti in un ambiente violento, giustificandolo;

  • Raccontano o danno versioni contraddittorie rispetto agli incidenti del bambino;

  • Attribuiscono le cause del maltrattamento ai fratelli o agli altri pari;

  • Ritardano nell’apportare le cure mediche necessarie;

  • Sono contrari di fronte all’idea di ricorrere al medico;

  • Appaiono reticenti;

  • Rifiutano il loro consenso ad approfondimenti diagnostici;

  • Riferiscono di incidenti e ferite ripetute.

Si possono individuare, all’opposto, dei fattori prossimali protettivi e di riduzione del rischio (FPP & RR).

  • Sentimenti di inadeguatezza per la dipendenza dai Servizi

  • Rielaborazione del rifiuto e della violenza subiti nell’infanzia

  • Capacità empatiche

  • Capacità di assunzione delle responsabilità

  • Desiderio di migliorarsi

  • Autonomia personale

  • Buon livello di autostima

  • Rete di supporto parentale o amicale

  • Relazione attuale soddisfacente con la famiglia d’origine

  • Capacità di gestire i conflitti

  • Temperamento “facile” del bambino/adolescente.

Dott.ssa Maria Angela Valenti

Assistente Sociale Specialista


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