La mucolipidosi tipo 2 è una malattia genetica rara a trasmissione autosomica recessiva provocata da una alterazione della funzione degli enzimi cellulari lisosomiali con conseguente accumulo intracellulare di sostanze non metabolizzate.
E’ conosciuta anche come “malattia con inclusioni cellulari” (I cell disease) in quanto nei fibroblasti cutanei, con microscopio a contrasto di fase, è possibile evidenziare tipiche inclusioni intracellulari.
EPIDEMIOLOGIA
E’ una malattia genetica a trasmissione autosomica recessiva. La precisa incidenza non è ben conosciuta. Non risultano preferenze di sesso.
EZIOLOGIA E PATOGENESI.
La mucolipidosi tipo 2° è dovuta a un deficit di N-acetilglucosamina-1-fosfotransferasi; quest’ultimo è un enzima lisosomiale la cui funzione è quella di fosforilare il mannosio che entra a far parte di numerosi altri enzimi lisosomiali, a loro volta inattivi se non sottoposti all’azione dell’N-acetilglucosamina-1-fosfotransferasi. L’assenza di funzione lisosomiale provoca un riversamento extracellulare di idrolasi acide e i lisosomi si riempiono di substrati non metabolizzati.
Il quadro clinico complessivo è quindi l’esito di un deficit pluri-enzimatico la cui origine è da ascrivere al deficit primitivo di N-acetilglucosamina-1-fosfotransferasi
Questo enzima è un complesso formato da sei subunità, α, β e γ, accopiate dua a due; si costituisce quindi una proteina α2 β2 γ2 . Le subunità α e β sono codificate dal gene GNPTAB sul cromosoma 12, la subunità γ dal gene GNPTG.
La mucolipidosi tipo II è provocata da alterazioni di uno dei 2 geni; tipicamente le forme più gravi sono quelle da alterazione del gene GNPTAB.
SINTOMATOLGIA E QUADRO CLINICO
L’esordio della malattia avviene nei primi mesi di vita; il piccolo paziente si presenta con lineamenti grossolani, alterazioni della gabbia toracica, epato-splenomegalia, disostosi plurime, limitazione dei movimenti articolari, macroglossia, irsutismo, ernie. Il quadro può man mano completarsi con opacità corneali, ritardo psicomotorio e nanismo. Non rare le complicanze cardio-respiratorie che possono essere fatali.
La prognosi per la vita non è buona; la maggior parte della letteratura concordemente indica una aspettativa di vita non superiore a 10 anni.
DIAGNOSI
La diagnosi clinica di Mucolipidosi tipo 2 può essere confermata con esami di laboratorio che documentano attività marcatamente elevati di enzimi lisosomiali, idrolasi acide in particolare, nel siero e assenti o bassi livelli di enzimi lisosomiali in fibroblasti in coltura; in questi ultimo è anche possibile rilevare il deficit di fosfotransferasi. La diagnosi prenatale è possibile su cellule di trofoblasto o del liquido amniotico
La diagnosi genetica, tramite sequenziamento dei geni GNPTAB e GNPTG è possibile ma difficoltosa.
TERAPIA
Anche se in letteratura c’è qualche dato circa tentativi in vitro di terapia sostitutiva dell’attività enzimatica carente, in atto non esiste alcuna terapia specifica per la mucolipidosi tipo 2.
Esistono inoltre tentativi di trattamento di questa ed altre malattie metaboliche genetiche con trapianto di cellule staminali, anche con riferiti buoni risultati; si è però molto lontani dalla possibilità di trattamento routinario per la scarsità di trial scientifici in grado di dimostrare un favorevole rapporto rischi beneficio.
Quindi la terapia è fondamentalmente sintomatica ed è rivolta al sostegno e al trattamento, fin dove è possibile, degli scompensi anatomo-funzionali
Dott, Salvatore Nicolosi
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