Il morbo di Peyronie, chiamato anche cavernite fibrosa, e una patologia benigna che provoca deformità del pene.
Venne descritta dal medico francese Francois De La Peyronie nel 1741, da cui ha preso il nome.
EPIDEMOLOGIA
Il M. di Peyronie insorge più frequentemente negli uomini di età compresa tra i 50 ai 60 anni, ma in realtà è descritta in ogni età, nel 3%-9% circa dei maschi adulti.
É stata segnalata una associazione con il morbo di Dupuytren (retrazione fibrosa dell’aponevrosi palmare), ma anche con fattori genetici (antigeni HLA-B7 e HLA-B27) e condizioni particolari; in uno studio giapponese si segnala una aumentata incidenza nei soggetti che effettuano emodialisi (da QUI)
EZIOLOGIA E PATOGENESI
La malattia è provocata dall’insorgenza di un nodulo “duro” o di una placca fibrosa, che nell’evoluzione può anche calcificarsi, all’interno della “tonaca albuginea”, il rivestimento dei corpi cavernosi del pene.
La condizione che innesca il processo di formazione e poi di evoluzione della placca fibrosa è allo stato non ben chiarito. La teoria maggiormente accreditata fa risalire il tutto a lesioni minori della tonaca albuginea passate inosservate, possibilmente in occasione di rapporti sessuali, ma non esclusivamente. Eventuali piccoli stravasi emorragici e allegati processi infiammatori produrrebbero poi la produzione di citochine ad attività stimolante sulla proliferazione dei fibroblasti e sulla produzione e deposizione di collagene.
Altre teorie pongono l’accento sul riscontro di autoanticorpi circolanti, in grado quindi di innescare e alimentare il processo infiammatorio che produce la placca
QUADRO CLINICO
La sintomatologia è caratterizzata:
- dalla presenza di una placca fibrosa più frequentemente sul dorso del pene,
- da curvatura del pene sul lato della placca,
- da dolore, per lo più durante l’erezione, ma a volte anche in condizione di detumescenza. Il dolore nell’evoluzione ulteriore può sparire o scemare, pur persistendo la curvatura.
La curvatura in genere è verso l’alto, ma più raramente può avvenire in ogni direzione, e generalmente è evidente solo dorante l’erezione; a volte può esistere una deformazione a “clessidra” con una zona più ristretta rispetto alle altre.
In realtà vengono descritte 2 fasi:
- una fase acuta, infiammatoria, durante il quale compaiono uno o, a volte, più noduli, con dolore e progressivo incurvamenteo del pene; la durata di questa fase in genere non supera i 18 mesi,
- una fase cronica, con riduzione o scomparsa del dolore e con stabilizzazione della dimensione della placca e della deformità.
Non rara, anzi piuttosto frequente fin dalle prime fasi, la concomitanza di disfunzione erettile con notevole riduzione della rigidità in erezione, si ritiene per le associate conseguenze psicologiche, anche se viene descritta una estensione alla muscolatura dei corpi cavernosi della fibrosi.
DIAGNOSI
La diagnosi di Morbo di Peyronie è clinica e si fonda sul riscontro della placca fibrosa, del dolore e della curvatura del pene. L’esame ecografico può avere un ruolo di conferma.
La diagnosi differenziale deve essere fatta con la grifosi, una deformazione congenita in cui però è assente il dolore e la placca.
TRATTAMENTO
In una percentuale piuttosto bassa di pazienti, circa il 15%, il morbo di Peyronie con il tempo si risolve in assenza di cure.
In atto non esistono cure farmacologiche per via generale che hanno dimostrato una sicura efficacia nella regressione o nel miglioramento della deformazione, tanto che i vari tentativi sono frutto più di empiricità che di reale aderenza a protocolli scientifici.
Sono stati fatti tentativi con la radioterapia, ma il risultato non è stato accettabile.
Il trattamento standard quindi prevede la “trazione”, trattamenti locali, come ionoforesi o punture intra e perilesionali di cortisonici, verapamil e altre sostanze ad azione antinfiammatoria, e, nei casi persistenti la chirurgia.
Il tipo di trattamento chirurgico è variabile, sono possibili diverse tecniche, la cui utilizzazione dipende dall’operatore e dalla sua esperienza e naturalmente da una valutazione attenta delle condizioni specifiche del paziente, nonché dei risultati attesi e/o attendibili. I trattamenti più comunemente utilizzati sono la plicazione del pene o l’escissione della placca, ma si può arrivare all’impianto di protesi.
In dicembre 2013 la FDA ha annunciato l’approvazione dell’uso di collagenasi di Clostridium histolyticum per il trattamento di uomini affetti da malattia di Peyronie. Il farmaco si chiama Xiapex e attualmente non è disponibile in Italia con questa indicazione.
Lo Xiapex è la prima cura non chirurgica approvato dalla FDA per il morbo di Peyronie.
La terapia con la collagenasi di Clostridium histolyticum consiste di quattro cicli di cura al massimo, ciascuno dei quali prevede due iniezioni nelle strutture del pene contenenti la placca fibrosa al quale segue una procedura di riabilitazione peniena; naturalmente il trattamento deve essere effettuato da un medico esperto nel trattamento delle malattie urologiche maschili.
Più precisamente, a partire dal 23 dicembre 2013 in Italia è in commercio lo Xiapex, collagenasi di Clostridium Istolyticum, con indicazione d’uso per il “morbo di Dupuytren con corda palpabile”.
Per la scheda tecnica dello Xiapex ==> da QUI
Da QUI il comunicato della FDA.
Il Morbo di Peyronie su PuMed ==> da QUI
Immagini riguardanti il Morbo di Peyronie su PubMed ==> da QUI
Dott. Salvatore Nicolosi
Medico di Medicina Generale convenzionato con il S.S.N.
Buonasera.
Non le so dare una risposta precisa, ma a Firenze esiste un’ottima Università di Medicina; nell’Istituto di Urologia sicuramente potranno darle notizie in tal senso.
Saluti
salve io soffro di questo malatia, vivo a firenze, volevo sapere dove posso avere questo tipo di terepia
Buonasera.
Per invalidità, molto genericamente, si intende una riduzione di capacità lavorativa.
Solo a titolo di esempio, nella tabella dell’invalidità civile, l’anorchidia, cioè l’assenza congenita dei testicoli nell’uomo e delle ovaie nella donna, è valutabile solo il 20%.
Anche se in ciò che mi riferisce possono esserci risvolti di ordine psicologico, magari con innesto di una sindrome depressiva, direi che siamo molto lontani da una invalidità permanente utile ad ottenere un qualunque beneficio.
Saluti.
Dott. Salvatore Nicolosi
Gentili,
il mio Figlio con 13 anni su ordine del pediatra ha fatto un intervento chirurgico al pene presso l’ospedale di Bolzano.Ora con 20 anni ha trovato la sua ragazza,pero al primo contatto sessuale,`si e dovuto accorgere che ha una disfunzione erettile.
Volevamo chiedere gentilmente se in questo caso ha diritto di chiedere un invalidità`permanente?
Grazie et saluti.
Fam.Vigl