Invalidità civile: sentenze e giurisprudenza

(solo sentenze a mio parere significative)


CORTE COSTITUZIONALE – sentenza n. 152 del 23 giugno – 20 luglio 2020

Giudizio di legittimità costituzionale in via incidentale. Assistenza e solidarietà sociale – Pensioni di invalidità – Beneficiari – Mutilati ed invalidi civili totalmente inabili al lavoro – Determinazione del relativo importo mensile, pari, per l’anno 2020, a euro 286,81 – Denunciata violazione dei principi di eguaglianza e di ragionevolezza, del diritto al mantenimento in favore di ogni cittadino inabile al lavoro, anche in relazione agli obblighi internazionali – Richiesta di rideterminazione dell’importo – Inammissibilità della questione. Assistenza e solidarietà sociale – Maggiorazioni sociali dei trattamenti pensionistici (nel caso di specie: pensioni di invalidità) – Beneficiari – Invalidi civili totalmente inabili al lavoro – Requisiti – Soggetti di età pari o superiore a sessanta anni, anziché di età superiore a diciotto anni – Irragionevole disparità di trattamento con i beneficiari dell’assegno sociale e violazione del diritto al mantenimento in favore di ogni cittadino inabile al lavoro – Illegittimità costituzionale nei sensi e nel termine di cui in motivazione. – Legge 30 marzo 1971, n. 118, art. 12, primo comma; legge 28 dicembre 2001, n. 448, art. 38, comma 4. – Costituzione, artt. 3, 38, primo comma, 10, primo comma, e 117, primo comma, questi ultimi due in relazione agli artt. 4 e 28 della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità, e agli artt. 26 e 34 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea. (T-200152)


Cassazione civile, sezione lavoro, sentenza 03/03/2017,  n. 5450

Parole chiave: ” ... è da ritenere che il limite di reddito per conseguire il diritto alla pensione di inabilità civile, di cui alla L. 30 marzo 1971, n. 118, art. 12, deve essere calcolato con riguardo alla base imponibile ai fini Irpef, al netto degli oneri deducibili indicati nell’art. 10 del TUIR. …”


Cassazione civile sezione lavoro, sentenza 25/10/2016, n. 21529

PAROLE CHIAVE: ” è da ritenere che il limite di reddito per conseguire il diritto alla pensione di inabilità civile, di cui alla L. 30 marzo 1971, n. 118, art. 12, dev’ essere calcolato con riguardo alla base imponibile ai fini Irpef, al netto degli oneri deducibili indicati nell’art. 10 del TUIR. …”


Corte di Cassazione, sez. VI Civile – ordinanza 13 gennaio – 15 marzo 2016, n. 5032

parole chiave: indennità di accompagnamento, “atti quotidiani della vita”
“... Va, dunque, ritenuto che la capacità dell’assistito di compiere gli elementari atti giornalieri debba intendersi non solo in senso fisico, cioè come mera idoneità ad eseguire in senso materiale detti atti, ma anche come capacità di intenderne significato, portata ed importanza anche ai fini della salvaguardia della propria condizione psicofisica; e come ancora la capacità richiesta per il riconoscimento dell’indennità di accompagnamento non debba parametrarsi sul numero degli elementari atti, giornalieri, ma soprattutto sulle loro ricadute, nell’ambito delle quali assume rilievo non certo trascurabile l’incidenza sulla salute del malato nonché la salvaguardia della sua “dignità” come persona (anche l’incapacità ad un solo genere di atti può, per la rilevanza di questi ultimi e per l’imprevedibilità del loro accadimento, attestare di per sé la necessità di una effettiva assistenza giornaliera: cfr. per riferimenti sul punto: Cass. 13362/2003). ….”

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Corte Costituzionale – Sentenza n. 22 del 27/01/2015

parole chiave: extracomunitari, ciechi, pensione ciechi, indennità speciale per ciechi
“..SENTENZA nel giudizio di legittimità costituzionale dell’art. 80, comma 19, della legge 23 dicembre 2000, n. 388 …

I rilievi appena richiamati debbono, a fortiori, essere riaffermati in riferimento allo stato delle persone non vedenti. La specificità, infatti, dei connotati invalidanti – resa evidente dalla particolare attenzione e dal favor che caratterizzano, da epoca ormai risalente, la normativa di settore, con la previsione di diverse provvidenze per le persone che risultino averne titolo – renderebbe ancora più arduo giustificare, nella dimensione costituzionale della convivenza solidale, una condizione ostativa – inevitabilmente discriminatoria – che subordini al possesso della carta di soggiorno la fruizione di benefìci intrinsecamente raccordati alla necessità di assicurare a ciascuna persona, nella più ampia e compatibile misura, condizioni minime di vita e di salute.

Ove così non fosse, d’altra parte, specifiche provvidenze di carattere assistenziale – inerenti alla sfera di protezione di situazioni di inabilità gravi e insuscettibili di efficace salvaguardia al di fuori degli interventi che la Repubblica prevede in adempimento degli inderogabili doveri di solidarietà (art. 2 Cost.) – verrebbero fatte dipendere, nel caso degli stranieri extracomunitari, da requisiti di carattere meramente “temporale”, del tutto incompatibili con l’indifferibilità e la pregnanza dei relativi bisogni: i quali requisiti ineluttabilmente finirebbero per innestare nel tessuto normativo condizioni incoerenti e incompatibili con la natura stessa delle provvidenze, generando effetti irragionevolmente pregiudizievoli rispetto al valore fondamentale di ciascuna persona.

La disposizione denunciata, pertanto, risultando in contrasto con gli evocati parametri costituzionali e con i relativi princìpi – oltre che con quelli più volte affermati dalla giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell’uomo –, deve essere dichiarata costituzionalmente illegittima ...”

COMMENTO: questa sentenza in sostanza apre la possibilità, ai cittadini extracomunitari, ciechi assoluti o parziali, anche non in possesso di carta di soggiorno, ma stabilmente residenti in Italia, a percepire la pensione per ciechi e l’indennità speciale. Con il messaggio n. 6456 del 20 ottobre 2015, non pubblicato sul sito, l’INPS ha diramato alle proprie sedi le prime istruzioni per l’adeguamento alla sentenza


Corte di Cassazione – Sezione  VI Civile – Ordinanza del 27/11/2014, n.25255

parole chiave: indennità di Accompagnamento, psicosi, disturbi cognitivi, deficit intellettivo, necessità assistenza

“...Va osservato, in termini generali, che l’indennità di accompagnamento è una prestazione del tutto peculiare in cui l’intervento assistenziale non è indirizzato – come avviene per la pensione di inabilità – al sostentamento dei soggetti minorati nelle loro capacità di lavoro (tanto è vero che l’indennità può essere concessa anche a minori degli anni diciotto e a soggetti che, pur non essendo in grado di deambulare senza l’aiuto di un terzo, svolgano tuttavia un’attività lavorativa al di fuori del proprio domicilio), ma è rivolto principalmente a sostenere il nucleo familiare onde incoraggiare a farsi carico dei suddetti soggetti, evitando così il ricovero in istituti di cura e assistenza, con conseguente diminuzione della relativa spesa sociale …
…la nozione di incapacità di compiere autonomamente le comuni attività del vivere quotidiano con carattere continuo comprende anche le ipotesi in cui la necessità di far ricorso all’aiuto di terzi si manifesta nel corso della giornata ogni volta che il soggetto debba compiere una determinata attività della vita quotidiana per la quale non può fare a meno dell’aiuto di terzi, per cui si alternano momenti di attesa, qualificabili come di assistenza passiva, a momenti di assistenza attiva. …
…l’indennità di accompagnamento, va riconosciuta, alla stregua di quanto previsto dall’art 1 della legge 11 febbraio 1980 n.18, anche in favore di coloro i quali, pur essendo materialmente capaci di compiere gli atti elementari della vita quotidiana (quali nutrirsi, vestirsi, provvedere alla pulizia personale, assumere con corretta posologia le medicine prescritte) necessitano della presenza costante di un accompagnatore in quanto, in ragione di gravi disturbi della sfera intellettiva, cognitiva o volitiva dovuti a forme avanzate di gravi stati patologici, o a gravi carenze intellettive, non sono in grado di determinarsi autonomamente al compimento di tali atti nei tempi dovuti e con modi appropriati per salvaguardare la propria salute e la propria dignità personale senza porre in pericolo sé o gli altri …

… la capacità del malato di compiere gli elementari atti giornalieri debba intendersi non solo in senso fisico, cioè come mera idoneità ad eseguire in senso materiale detti atti, ma anche come capacità di intenderne il significato, la portata, la loro importanza anche ai fini della salvaguardia della propria condizione psico-fisica; e come ancora la capacità richiesta. per il riconoscimento dell’indennità di accompagnamento non debba paxametrarsi sul numero degli elementari atti giornalieri, ma soprattutto sulle loro ricadute, nell’ambito delle quali assume rilievo non certo trascurabile l’incidenza sulla salute del malato nonché la salvaguardia della sua <<dignità>> come persona (anche l’incapacità ad un solo genere di atti può, per la rilevanza di questi ultimi e per l’imprevedibilità del loro accadimento, attestare di per sé la necessità di una effettiva assistenza giornaliera...


Corte di Cassazione – Sezione  Lavoro – Sentenza del 21/01/2014, n.22290

parole chiave: sordità, indennità di comunicazione.
“... indennità di comunicazione ... il fatto costitutivo del diritto è che la sordità, essendo stata contratta prima dell’apprendimento del linguaggio, ha impedito di acquisirlo secondo il processo normale. In altri termini, il riferimento alla fase di apprendimento del linguaggio, ricollegando la prestazione alla circostanza che in questa fase medesima si siano verificate delle difficoltà rispetto all’iter normale, sta a significare che devesi avere riguardo ad un fatto pregresso, mentre sarebbe incongruo richiedere al soggetto adulto che inoltra la domanda, la persistenza della difficoltà nella fase di apprendimento del linguaggio parlato, perché questa fase per l’adulto è ormai definitivamente terminata. La prestazione pertanto spetta in tutti i casi in cui detto processo di apprendimento, a causa della minorazione, non abbia seguito il suo normale svolgimento, ancorché al momento della domanda di ‘ prestazione si constati l’avvenuta acquisizione di una utile capacità di comunicazione verbale…..”


Corte di Cassazione – Sezione  Lavoro – Sentenza del 22/03/2013, n. 7320

parole chiave: ai fini del riconoscimento del diritto a pensione di inabilità per gli invalidi civili totali, il reddito da considerare è quello cumulato con il coniuge.
“… Deve, in conclusione, ritenersi giuridicamente corretto l’orientamento ermeneutico seguito dalla sentenza impugnata, in base al quale, ai fini dell’accertamento della sussistenza del requisito reddituale per l’assegnazione della pensione di inabilità agli invalidi civili assoluti, di cui alla L. n. 118 del 1971, art. 12, assume rilievo non solamente il reddito personale dell’invalido, ma anche quello (eventuale) del coniuge del medesimo, onde il benefìcio va negato quando (come accertato dai Giudici del merito nella concreta fattispecie) l’importo di tali redditi, complessivamente considerati, superi il limite determinato con i criteri indicati dalla norma in parola….”


Corte Costituzionale  – Sentenza 11-15 marzo 2013, n. 40

parole chiave: illegittimità costituzionale dell’articolo 80, comma 19, della legge 23 dicembre 2000, n. 388 (Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato – legge finanziaria 2001) nella parte in cui subordina al requisito della titolarità della carta di soggiorno la concessione agli stranieri legalmente soggiornanti nel territorio dello Stato della indennità di accompagnamento di cui all’art. 1 della legge 11 febbraio 1980, n. 18 (Indennità di accompagnamento agli invalidi civili totalmente inabili) e della pensione di inabilità di cui all’art. 12 della legge 30 marzo 1971, n. 118 (Conversione in legge del decreto-legge 30 gennaio 1971, n. 5 e nuove norme in favore di mutilati ed invalidi civili)
OSSIA: la pensione di Inabilità ed indennità di accompagnamento sono concedibili agli stranieri extracomunitari se soggiornanti legalmente nel territorio italiano, anche se non in possesso di carta di soggiorno

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Corte di Cassazione – Sezione  Lavoro – Sentenza del 05.04.2012, n. 5479

parole chiave: ai fini del riconoscimento del diritto a pensione di inabilità per gli invalidi civili totali, il reddito della casa di abitazione non va inserito nel computo dei redditi


CORTE DI CASSAZIONE – sezione lavoro -sentenza n.  4423/2012

parole chiave. il diritto al conseguimento, previo il positivo accertamento dei requisiti di minorazione fisica, della pensione di inabilità civile…, è subordinato alla sussistenza delle condizioni economiche dell’interessato, per la cui determinazione occorre tenere conto anche della posizione reddituale del coniuge, ..  la prova dei requisiti per l’ottenimento della prestazione non può essere fornita in giudizio mediante mera dichiarazione dell’interessato, anche se rilasciata con formalità previste dalla legge per le autocertificazioni, che può assumere rilievo solo nei rapporti amministrativi ed è, invece, priva di efficacia probatoria in sede giurisdizionale … .


CORTE COSTITUZIONALE -sentenza n.  329/2011

parole chiave:  “...LA CORTE COSTITUZIONALE dichiara l’illegittimità costituzionale dell’art. 80, comma 19, della legge 23 dicembre 2000, n. 388 (Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato – legge finanziaria 2001), nella parte in cui subordina al requisito della titolarità della carta di soggiorno la concessione ai minori extracomunitari legalmente soggiornanti nel territorio dello Stato della indennità di frequenza di cui all’art. 1 della legge 11 ottobre 1990, n. 289 (Modifiche alla disciplina delle indennità di accompagnamento di cui alla legge 21 novembre 1988, n. 508, recante norme integrative in materia di assistenza economica agli invalidi civili, ai ciechi civili ed ai sordomuti e istituzione di un’indennità di frequenza per i minori invalidi)…”


CORTE DI CASSAZIONE – sezione lavoro -sentenza n.  23160/2011

parole chiave: indennità accompagnamento, “...deve ritenersi corretta la decisione  di merito  che  abbia accertato, come nella specie, che pur  dovendo  il soggetto assistibile sottoporsi a terapia continua, lo stesso sia  in grado  di  gestire  autonomamente le sue  quotidianità personali  e strumentali, …”



.CORTE DI CASSAZIONE – sezione lavoro – sentenza n. 11897/2011

parole chiave: indennità accompagnamento, chemioterapia, condizioni, accertamento in concreto


CORTE DI CASSAZIONE – sezione lavoro – sentenza n. 4677/2011

parole chiave: pensione invalidità, invalidità 100%, limiti di reddito


CORTE DI CASSAZIONE – Sezione Lavoro – Sentenza n. 21281/2010

parole chiave: indennità accompagnamento, deficit episodici.


CORTE DI CASSAZIONE – Sezione Lavoro – Sentenza n. 22878/2008

parole chiave: l’indennità accompagnamento può competere ove vi sia una residua capacità lavorativa, purché si accerti in concreto che l’intervento dell’accompagnatore non sia necessario per integrare la prestazione lavorativa, che possa invece essere svolta dall’invalido autonomamente.


CORTE DI CASSAZIONE – Sezione Lavoro – Sentenza n. 2270/2007

parole chiave: indennità accompagnamento, ricovero ospedaliero, compatibile


CORTE DI CASSAZIONE – sezione lavoro – sentenza n. 11525/2006

parole chiave: indennità accompagnamento, minore, tenera età


CORTE DI CASSAZIONE – Sezione lavoro – sentenza n. 1268/2005

parole chiave: indennità accompagnamento, disturbi cognitivi, deficit intellettivo, necessità assistenza


CORTE DI CASSAZIONE – Sezione Lavoro – Sentenza n. 16251/2004

parole chiave: valutazione percentuale di invalidità, obesità grave, possibile svincolarsi dai limiti stabiliti dalla tabella


CORTE DI CASSAZIONE – sezione lavoro – sentenza n. 7179/2003

parole chiave: indennità accompagnamento, malato terminale


CORTE DI CASSAZIONE – Sezione Lavoro – Sentenza n. 1377/2003

parole chiave: indennità accompagnamento, minore, tenera età

“… la situazione d’inabilità (impossibilità di deambulare senza l’aiuto di un accompagnatore o necessità di assistenza continua per impossibilità di compiere gli atti quotidiani della vita), necessaria per l’attribuzione dell’indennità di accompagnamento ex art. 1 l. n. 18 del 1980, può configurarsi anche con riguardo a bambini in tenera età, ancorché questi, per il solo fatto di essere tali abbisognino comunque di assistenza, atteso che la legge, la quale attribuisce il diritto anche ai minori degli anni diciotto, non pone un limite minimo di età e tenuto conto che detti bambini possono trovarsi in uno stato tale da comportare, per le condizioni patologiche del soggetto, la necessità di un’assistenza diversa, per forme e tempi di esplicazione, da quella occorrente ad un bambino sano


CORTE COSTITUZIONALE -sentenza n.  329/2002

parole chiave:  in tema di assegno di invalidità civile “... il requisito della incollocazione – interpretato alla luce dei principi fondamentali di uguaglianza sostanziale, di tutela della persona e di solidarietà sociale sanciti dalla Carta costituzionale e invocati dal giudice a quo per sostenere l’incostituzionalità della norma impugnata – va letto come comprensivo dell’ipotesi della frequenza scolastica, che pertanto costituisce condizione per l’erogazione dell’assegno mensile, dovendo l’invalido provare la ricorrenza dello stato di incollocazione attraverso il certificato di frequenza scolastica…”


CORTE DI CASSAZIONE – sezione lavoro – sentenza n. 1705/1999

parole chiave: indennità accompagnamento, indennità frequenza, minore, chemioterapia, periodo limitato


CORTE COSTITUZIONALE – Sentenza  n. 346 14-22 giugno 1989

” …  LA CORTE COSTITUZIONALE 

Dichiara l’illegittimità costituzionale del combinato disposto degli artt. 1, primo comma, della legge 11 febbraio 1980, n. 18 (Indennità di accompagnamento agli invalidi civili totalmente inabili) e 2, quarto comma, della legge 30 marzo 1971, n. 118 (Conversione in legge del decreto-legge 30 gennaio 1971, n. 5 e nuove norme in favore di mutilati ed invalidi civili) nella parte in cui esclude che ad integrare lo stato di totale inabilità con diritto all’indennità di accompagnamento possa concorrere, con altre minorazioni, la cecità parziale.


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