La legge 222/1984, all’art. 2, prevede che un dipendente del settore privato le cui condizioni di sono tale da rendere impossibile lo svolgimento di qualunque attività lavorativa, può richiedere all’INPS la concessione della Pensione di Inabilità
Pensione di Inabilità Lavorativa
La pensione di Inabilità Lavorativa è quindi prevista dall’art. 2 della legge 222/84.
Viene concessa su specifica domanda e per essa occorre innanzitutto produrre una idonea certificazione, nel caso specifico, a partire dal 1° settembre 2012, occorre un certificato su modello SS3, compilato ed inviato on-line sul sito dell’INPS da un medico accreditato come medico certificatore e autorizzato all’accesso tramite SPID o CIE.
Ma questa non è la domanda, è solo la certificazione medica propedeutic che, se non viene presentata la vera e propria domanda entro 3 mesi, cessa di validità.
La domanda vera e propria deve essere presentata per via telematica, anche autonomamente accedendo alla propria pagina nel portale INPS tramite SPID o CIE, ma lo sconsiglio perchè gli eventuali errori sono gestibili con molta difficoltà: meglio affidarsi ad un patronato i cui impiegati conoscono bene le procedure, procedure che vengono giornalmente attivate per plurime pratiche.
Il vecchio modello cartaceo SS3 (scaricabile da qui-> SS3-modello) ha ormai solo un valore storico e non può essere utilizzato.
REQUISITI CONTRIBUTIVI
Per ottenere la Pensione di Inabilità il lavoratore deve avere un’anzianità contributiva di almeno 5 anni, oppure almeno 260 contributi settimanali totali oppure 1350 contributi agricoli giornalieri; di questi almeno 3 anni (ovvero 156 contributi settimanali o 810 contributi agricoli giornalieri) devono essere stati versati negli ultimi 5 anni.
REQUISITO SANITARIO
Il lavoratore deve essere affetto da infermità in grado di provocare una assoluta e permanente impossibilità a svolgere qualunque attività lavorativa.
Il requisito sanitario susssiste anche in caso di “rischio precostituito”, cioè anche se la riduzione di capacità lavorativa era presente già all’epoca dell’inizio dell’attività lavorativa, purche vi sia stato un peggioramento delle infermità stesse oppure siano insorte nuove patologie.
Ai fini valutativi non esiste una tabella di riferimento e il criterio seguito è l’ordinaria valutazione medico-legale.
L’ACCERTAMNTO DEL REQUISITO SANITARIO
Il lavoratore che ha presentato l’istanza viene convocato presso la sede INPS di residenza e quindi sottoposto a visita da parte di un medico INPS e che acquisisce la documentazione specialistica che viene prodotta; è lo stesso medico ad esprimere il suo giudizio, in autonomia oppure, nei casi controversi, dopo valutazione collegiale con il medico dirigente di sede. È sua facoltà, se lo ritiene oppurtuno e/o utile, fare sottoporre il lavoratore ad ulteriori visite specialistiche, con spese a carico dell’INPS.
SE LA DOMANDA VIENE RIGETTATA
Al diniego della concessione della Pensione di Inabilità è possibile ricorrere presso il Comitato Provinciale entro 90 giorni dalla comunicazione di diniego; il ricorso deve essere presentato con il supporto di un ulteriore certificato medico su modello SS3 e preferibilmente, a mio parere, con l’assistenza di un ente di Patronato il quale potrà fornire anche l’assistenza di un medico di parte in occasione della nuova visita.
SE VIENE RIGETTATO ANCHE IL RICORSO AL COMITATO PROVINCIALE.
L’ulteriore passo, in caso di esito negativo del ricorso al Comitato Provinciale è la promozione di un’azione legale presso il Giudice del Lavoro per il riconoscimento del negato beneficio; consiglio di rivolgersi ad un Patronato il quale potrà fornire consulenza legale e medico-legale e metterà a disposizione un Avvocato.
Il DL 98/2011 ha introdotto alcune modifiche sostanziali delle modalità di ricorso giudiziario:
- con l’assistenza di un avvocato occorre proporre il ricorso giudiziario con cui si espongono le condizioni sanitarie che provocano lo stato invalidante, allegando idonea documentazione medica specialistica e, se opportuno, una perizia di parte; con il deposito si interrompe la prescrizione;
- il giudice, dopo lettura del ricorso, ordina la comparizione delle parti assieme ad un CTU (Consulente Tecnico d’Ufficio) per il giuramento.
- il CTU, un medico, chiama a visita il ricorrente, alla presenza dei CTP (consulenti tecnici di parte), valuta la documentazione sanitaria, eventualmente dispone supplementi d’indagine, quindi redige e poi deposita la relazione di CTU (accertamento tecnico preventivo)
- entro un termine perentorio fissato da giudice ma comunque non superiore a 30 gg., le parti dovranno depositare atto scritto di accettazione o di contestazione della CTU; il mancato deposito è considerata accettazione implicita;
- l’accettazione provoca la omologazione giudiziale della CTU; con il provvedimento vengono anche ripartite le spese;
- se la CTU e la successiva omologazione hanno dato ragione al ricorrente, l’INPS dovrà necessariamente pagare la prestazione entro i successivi 120 gg.;
- ma l’INPS a questo punto, eventualmente, può eccepire la carenza dei requisiti amministrativi. In questo caso il ricorrente, anche se vittorioso, dovrà intraprendere un’altro giudizio, questa volta nella forma ordinaria.
- se la CTU viene contestata da una delle parti entro il termine indicato dal giudice tramite deposito di note di contestazione, allora si avvia una ricorso giudiziario nella forma consueta;
- la sentenza però è inappellabile
SE LA DOMANDA VIENE ACCOLTA,
in prima istanza o dopo il ricorso al Comitato Provinciale, viene concessa la Pensione di Inabilità.
IMPORTO DELL’ASSEGNO.
Viene calcolato aggiungendo virtualmente, all’anzianità contributiva maturata, ulteriori contributi sufficienti a coprire il periodo mancante al raggiungimento dell’età pensionabile indicata in 60 anni, ma fino ad un massimo di 40 anni di contributi totali.
Se ne ricorrono i requisiti, la pensione viene calcolata ed erogata con integrazione al minimo.
DURATA DELL’ASSEGNO.
La pensione di Inabilità viene concessa “per sempre”, nel senso che il lavoratore non deve più presentare istanza di rinnovo periodico, ma è facoltà dell’Istituto procedere a revisione e, se viene accertato un significativo recupero delle capacità lavorative, procedere alla revoca (dalla data della visita di revisione). In questo caso l’art. 4, comma 4 della legge 222/1984 prevede che: “Al pensionato di inabilità che, in seguito a recupero delle capacità lavorative, viene a cessare dal diritto alla predetta pensione, è attribuito il riconoscimento della contribuzione figurativa per tutto il periodo durante il quale ha usufruito della pensione stessa“.
L’annullamento può essere disposto d’ufficio, ma solo se la cessazione del diritto a percepire la pensione di inabilità è provocata dalla cessazione dello stato di inabilità e non per altre cause.
Anche possibile la “derubricazione” ad assegno Ordinario d’invalidità il cui risultato pratico può esssere una riduzione dell’assegno, anche cospicua.
COMPATIBILITA’ ED INCOMPATIBILITA’
E’ incompatibile con qualsiasi attività lavorativa dipendente, ma anche con l’iscrizione ad albi professionali, o ad elenchi degli operai agricoli e dei lavoratori autonomi.
Non è cumulabile con rendite erogate dall’INAIL se le infermità sono le stesse. In qualche caso, ad esempio, se l’nfermità INAIL per il quale il lavoratore percepisce una rendita, contribuisce parzialmente alla impossibilità a svolgere qualunque attività lavorativa, al lavoratore viene erogata una Pensione decurtata della cifra erogata dall’INAIL. Non sono invece da considerare incumulabili le infermità INAIL che non hanno dato origine ad una rendita mensile, come ad esempio se vi è stato un indennizzo in capitale.
E’ incompatibile con l’Assegno di Invalidità civile parziale, erogato ai lavoratori riconosciuti invalidi civili in misura compresa tra il 74% e il 99%; il lavoratore ha comunque la facoltà di scegliere il trattamento pensionistico per lui più conveniente.
Ovviamente è incompatibile con l’indennità di mobilità e il trattamento di disoccupazione.
ULTERIORI NOTIZIE
Il beneficio decorre dalla data della domanda, o da altra data stabilita in sede di visita, se il lavoratore è disoccupato, altrimenti dalla data di sospensione dell’attività o cancellazione da albi o elenchi.
Il titolare di Pensione di Inabilità, può richiedere anche la concessione di Assegno Mensile per assistenza personale e continuativa. I requisiti sanitari sono sovrapponibili a quelli previsti per la concessione di Indennità di Accompagnamento (vedi QUESTA pagina), così come sono uguali i requisiti amministrativi: la persona non deve essere sottoposta a ricovero presso istituto con retta interamente a carico dello Stato o di enti pubblici.
E’ riversibile ai superstiti.
QUALCHE CONSIGLIO.
In occasione delle visite di revisione disposte dall’INPS è indispensabile produrre una documentazione sanitaria completa e soprattutto AGGIORNATA. I sanitari INPS non possono (giustamente) valutare favorevolmente una cardiopatia il cui ultimo esame risale a tre anni prima oppure un diabete di cui non si producono né certificazioni né esami ematochimici.
In occasione di una visita disposta a seguito di ricorso al Comitato Provinciale per un negato riconoscimento, è indispensabile produrre ulteriore documentazione specialistica rispetto a quella prodotta in prima istanza, per permettere al medico INPS di giustificare serenamente l’eventuale cambio di giudizio.
Alle Commissioni occorre produrre documentazione aggiornata, completa e, non meno importante, veritiera.
Se il lavoratore non è già titolare di Assegno di Invalidità, consiglio di procedere sempre con domanda di concessione di Pensione di Inabilità e, in subordine, di Assegno di Invalidità; infatti i requisiti per la concessione dell’Assegno sono meno importanti e più facile è ottenerne la concessione.
Dott. Salvatore Nicolosi
Consulente Servizi Medicina Legale INCA-CGIL di Siracusa
Buongiorno Dott. Nicolosi,
se la domanda di pensione di inabilità viene accettata dall’Inps ma l’inabile, dipendente privato, viene a mancare prima di essersi potuto dimettere dal posto di lavoro, è da ritenersi comunque valida e reversibile agli eredi, nel mio caso minori? Oppure senza le dimissioni non si perfeziona tale pensione?
Grazie per la sua attenzione.
Cordiali saluti.
Buonasera.
Nel sito sono inserite notizie di tipo amministrativo, ma io sono un medico e quindi, a certi quesiti esclusivamente burocratici, non sono in grado di dare risposte affidabili.
Saluti
Egregio Dr.Nicolosi
Sono titolare di pensione di inabilitá dal settembre 2012 e dal dicembre 2012 risiedo all’estero avendo tuttavia lasciato la mia residenza in Italia ed avendo eletto all’estero solo domicilio. Le chiedo :
In base alla legge 208 del 28 dicembre 2015 e successive modificazioni , eleggendo residenza all’estero , avrei diritto all’applicazione delle detrazioni per carichi familiari per mia moglie che non lavora ?
Grazie
Paolo Mancini
Buonasera.
L’invalidità civile al 100% è compatibile con il lavoro.
Attenzione però ai limiti di reddito (dedi QUI)
Saluti
Buon giorno dottore, lavoro all’ASL, sono invalida all’80%, detentrice di legge 104 in situazione di gravità, assunta con la legge 68. Ora la mia condizione di salute è notevolmente peggiorata. Ho solamente 9 anni di contributi. Le pongo il mio quesito: se dovessi presentare domanda di aggravamento e mi venisse concesso il 100% (inabile al lavoro) non potrò più lavorare? Personalmente ci tengo al mio lavoro, vorrei solamente ridurre le ore lavorative compensando il decurtamento dello stipendio con assegno invalidità civile. La ringrazio x la risposta.
Buongiorno.
Nella pensione contributiva, sia Assegno Ordinario che pensione di inabilità, non esiste un verbale medico.
Si ha solo la comunicazione di accoglimento o diniego.
Se serve un verbale per motivi assistenziali, ad esempio esenzione ticket o ISEE o contrassegno parcheggi per disabili o graduatorie case popolari, occorre prsentare istanza di invalidità civile.
Saluti
Una familiare è stata sottoposta a visita collegiale per il riconoscimento della inabilità. Le è stata riconosciuta una invalidità contributiva, ma non riusciamo ad ottenere copia del verbale. Allo sportello non viene consegnata e nemmeno il patronato è in possesso di una copia. Qual sarebbe l’iter per ottenere la documentazione?
Buonasera.
Per la tempistica, in genere abbastanza precisa ma a volte con qualche problema, può visionare questa pagina, valida non solo per l’invalidità civile, ma anche per le pensioni contributive: http://www.medisoc.it/invalidita-civile/invalidita-civile-il-ricorso-giudiziario/
In genere comunque l’avvocato conosce i tempi ed è a lui che occorre chiedere.
Circa la decorrenza del beneficio, se dovesse essere concessa in giudizio, fa parte anche questa tematica delle competenze del CTU, cioè del medico del tribunale. Il giudice lo incarica sia di dare un parere sul diritto al beneficio sia sulla eventuale decorrenza di tale beneficio; è quindi possibile che, se dovesse essere accolta l’istanza, venga accolta dalla data della domanda o da tempo successivo, addirittura in qualche caso dalla data della visita dello stesso CTU.
Saluti
Buonasera
La pagina corretta dove si parla dei casi come il suo non è questa, in cui si da notizia della pensione di Inabilità per il comparto privato, ma quast’altra: http://www.medisoc.it/invalidita-p-a-inpdap/inpdap-pensione-per-inabilita/
Mi risulta, salvo errori da parte mia, che in caso di “inabilità assoluta e permanente alle mansioni svolte”, se non viene trovata una mansione coerente con la condizione di salute, non potrà essere licenziata, ma verrebbe collocata a riposo, cioè in pensione.
Ma sull’ammontare della pensione non godrebbe dell’aumento previsto per i soggetti dichiarati inabili.
Saluti
Egr. Dott. Nicolosi buongiorno,
sono a chiederLe per quanto riguarda le risposte per la pensione d’inabilità, a seguito di un ricorso.Dopo aver fatto la domanda per inabilità lavorativa con in subordine l’assegno di invalidità ordinaria, In prima battuta l’inps ha rigettato la domanda , dopo ricorso anche il comitato provinciale ha rigettato la domanda, con l’avvocato è stato fatto un ricorso a cui ho fatto visita al medico legaele.
C’e’ una tempistica per avere una risposta dal medico legale?, visto che sono passati circa 3 mesi dalla visita e non ho saputo nulla oppure no? la domanda è datata giugno 2015, se mi dovessero concedere l’assegno ordinario di invalidità i 3 anni della scadenza dell’assegno partono dal 2015 o dal momento dell’accoglimento?
Grazie per l’attenzione e cordiali saluti