SOTTOSEZIONE INAIL
Pagina di accesso a documenti e risorse riguardanti la tutela degli infortuni sul lavoro e le malattie professionali, quindi in ambito INAIL o ex IPSEMA.
INAIL – generalità
INAIL – Nuova tabella delle malattie professionali
INAIL – Malattie per le quali è obbligatoria la denuncia
INAIL – Tabella percentuali Danno Biologico
INAIL – Tabella Indennizzo Danno Biologico (DM 38/2000)
INAIL – Tabella dei coefficienti
INAIL – le prestazioni assicurative
- prestazioni sanitarie
- indennità temporanea
- rendita per inabilità permanente
- indennizzo in capitale del danno biologico
- rendita per i danni superiori al 15%
- assegno per assistenza personale continuativa
- rendita ai superstiti
- assegno funerario
- beneficio una tantum ai superstiti di infortuni mortali
- assegno di incollocabilità
- rendita di passagio
- prestazioni integrative:
- assegno speciale continuativo mensile
- integrazione alla rendita
INAIL – infortunio domestico
INAIL – infortunio dello studente
INAIL – infortunio sul lavoro: causa violenta
Indennizzo per i malati affetti da mesotelioma di origine non professionale
Il Mobbing come malattia professionale
Malattie professionali della spalla
INAIL – valutazione preesistenze
INAIL – Calcolo danno biologio/inabilità per ipoacusia
INAIL – Malattia professionale e il ricorso
INAIL – regolamento concessione protesi e abbattimento barriere architettoniche
INAIL: progetti personalizzati per il reinserimento lavorativo
INAIL – legislazione
INAIL: sentenze e giurisprudenza
INAIL – circolari e documenti
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salve dottore sono francesco nel 2015 o subito un infortunio sul lavoro dove sono stato operato per ben 3 volte e alla fine mi anno fatto artrodesi tibio tarsica con exrotazione a destra e o riportato pure un trauma cranico nella parte tentoriale a distanza di anni sono in cura di una pschiatra da circa 2 anni per depressione maggiore sbalzi dell umore e gesti autolesivi a breve avro la visita colleggiale inail faccio presente che o fatto richiesta a imps e mi a riconosciuto invalido al 100%con la legge 104 e il diritto di accompagnamento mi puo dire se inail tiene conto sul fatto imps mi faccia sapere la ringrazio
Buonasera.
Premesso che la sua situazione è veramente spiacevole debbo dirle che l’INAIL indennizza solo le conseguenze dirette dell’infortunio.
A volte vengono accettate anche le sindromi depressive, ma solo a seguito di eventi particolarmente traumatici, come una esplosione vicina, ustioni molto estese, eventi che hanno messo a rischio la vita, tipo rapine a mano armata e via dicendo.
Nel suo caso si tratta, da ciò che capisco, di una sfortunata coincidenza temporale che sta danneggiando la sua possibilità di assunzione. improbabile che l’INAIL ne accetti la competenza. … ma provare non nuoce.
L’INPS entra nella sua situazione solo se lei è un dipendente, non importa se in prova o assunto.
Credo che un buon psicologo possa essere l’unico specialista che possa aiutarla, facendole ritrovare quella forza e determinazione che lei crede di aver perduto.
Saluti
buongiorno dottor Nicolosi,
desidero chiederle come posso gestire il mio stato di salute mentale fino ad una completa guarigione e capire se questa è idealizzabile da inps o INAIL.
sono un impiegato che a 2 settimane dalla fine del periodo di prova si è infortunato sul lavoro con una lussazione della spalla operata in artroscopia e prognosi di 60 giorni. durante questo periodo di degenza in cui devo utilizzare antidolorifici, ho iniziato a soffrire d\’insonnia e attacchi d\’ansia in quanto ho saputo che l\’azienda mi ha già sostituito e che verrô licenziato non appena entrerò in azienda per il mancato superamento del periodo di prova. sento dolori, non dormo, ho il morale a terra, non mangio oppure mi abbuffo.cosa posso fare chi e\’ il medico competente per rimettermi in sesto? questo stato di frustrazione e depressione rientra nelle malattie INAIL o inps? non posso ritrovarmi senza un lavoro e allo stesso incapace di cercarne uno, chi può aiutarmi?
grazie
In effetti la sensazione è proprio quella di essere in un “buco”, una sorta di zona grigia non ancora contemplata dall’Istituto.
Dottore,
grazie di cuore per il prezioso contributo. Informazioni molto chiare ed esaustive. Ancora complimenti vivissimi.
Buonasera.
per ciò che riguarda il primo quesito, bisogna capire come viene effettuata la valutazione.
Preliminarmente ricordo che per percentuali comprese tra 6 e 15% è previsto solo un indennizzo, proporzionato alla percentuale stessa, che, nell’arco dei 10 anni se infortunio, può essere aumentato per aggravamento solo 1 volta. Se la percentuale è maggiore del 15% viene erogata una rendita che nell’arco del decennio può subire modifiche per peggioramento o miglioramento della condizione. Al decennio dalla costituzione della rendita, cioè quando l’infortunato viene giudicato ormai guarito con pustumi, la rendita viene “cristallizzata”, l’INAIL non può ridurla e lei non può chiedere un aumento, anche se dovesse esserci un ulteriore peggioramento. Inoltre, dopo il decennio non è possibile una riapertura dell’infortunio, neppure per casi come il suo, ad esempio se è necessaria una revisione della protesi.
Questa è una norma di legge abbastanza rigida, in realtà oggetto di contestazione da varie parti e, a mia conoscenza, oggetto di tentativi di modifiche in meglio e a favore del lavoratore infortunato. Ma attualmente siamo in posizione di stallo; vedremo alla prossima legislatura.
Sull’incidenza della patologia sulle mansioni specifiche, il discorso è piuttosto complesso (del resto non esiste nulla di semplice).
A seguito di valutazione superiore al 15% al lavoratore viene erogata una rendita che viene calcolata, grosso modo, prendendo come riferimento lo stipendio base annuale, diviso la percentuale riconosciuta, e moltiplicato ancora per un coeficiente che dipende dalla percentuale stessa (vedere QUESTA pagina) + ulteriori correttivi.
Il coeficiente, che è una sorta di coeficiente di abbattimento ed è quello a cui lei fa probabilmente riferimento quando parla di “grado B”, è legato alla percentuale ma, afferma la normativa, “E’ consentito, con motivato parere medico-legale, sia in sede di prima valutazione dei postumi che in sede di revisione, attribuire o confermare il coefficiente previsto in una fascia di grado superiore”
Ad esempio: con una percentuale del 20% il coeficiente dovrebbe essere “0,4” ma se la patologia incide sulle capacità lavorative specifiche il coeficiente potrebbe essere innalzato a “0,5”; quindi la percentuale resterebbe 20% ma la rendita avrebbe un coeficiente di abbattimento inferiore e quindi sarebbe di entità maggiore.
In conclusione, prima la percentuale e poi il coeficiente, non viceversa come sembra sperare lei.
Saluti
Buongiorno Dott. Nicolosi,
Le vorrei sottoporre due quesiti. Dopo un incidente avvenuto in itinere nel quale ho riportato la frattura scomposta della testa del femore, mi è stata installata una artroprotesi totale d’anca. Premetto che non sono ancora “guarito” e che la pratica di infortunio è ancora aperta.
Sia gli ortopedici che i fisioterapisti mi hanno fatto capire molto chiaramente che non potrò tornare a svolgere la mansione precedente, alla quale si accede in effetti solo dopo un rigido controllo medico.
Illustrati i dati, le pongo il primo quesito: dato che la durata della protesi, grazie alla scienza, supera nella maggior parte dei casi i 10 anni o anche i 20, l’INAIL potrà assistermi anche nei successivi interventi di revisione a cui dovrò sottopormi, con stipendio e terapie?
Il secondo quesito invece è il seguente: per la valutazione del danno permanente dovremmo attenerci alle tabelle, o non potendo più svolgere la mia mansione la menomazione diventa in automatico di grado B con conseguente valutazione percentuale collocata a partire dal 26%?
Grazie, e complimenti per il sito!
Buonasera.
La risposta è affermativa, ma di solito è un percorso difficoltoso.
L’INAIL chiede informazioni all’azienda che, nella stragrande maggioranza dei casi, nega di avere creato situazioni di mobbing.
Ma nulla è impossibile.
Saluti
Buonasera.
Il medico competente in effetti dovrebbe fare la denuncia di malattia professionale ma, volendo, potrebbe farla lei stessa rivolgendosi ad un’altro medico, magari di un patronato che sa bene come compilare questo tipo di certificazioni.
Tutti i medici possono, se sanno come fare, redigere un primo certificato di malattia professionale.
Attenzione però.
Il medico stila il certificato, non fa la denuncia.
La denuncia di malattia professionale deve essere fatta dall’azienda, sulla scorta di quanto indicato nel primo certificato di malattia professionale.
Saluti
inoltre dott. Nicolosi da quando mi hanno cambiato mansione il lavoro in azienda è calato e mi lasciano spesso seduta al tavolo senza far niente di fronte a tutte le colleghe e il giovedi 9/11/2017 mi hanno mandato ad aspirare il pavimento e pulire con stracci bagnati di alcool i macchinari di un altro reparto che non è il mio. io non sono assunta come donna delle pulizie ma sono assunta, come da ultima e nuova mansione dopo visita medica, all\’imballaggio e controllo conformità dei prodotti che vengono stampati e lavorati in azienda ( fari x auto e dissipatori ) e quindi mi stanno umiliando tanto!!!! la mia psiche sta vacillando. amche questa potrebbe essere riconosciuta come malattia professionale da disturbio post traumatico da stress correlate a disfunzioni dell\’organizzazione del lavoro? grazie mille. silvi
Salve dotto Nicolosi. A marzo 2017 il medico competente della mia azienda mi ha dato l’abilità ad andare a lavorare in un altro reparto diverso dal mio con alternanza di orari ossia 2 ore nell’altro reparto e 2 ore nel mio reparto di provenienza e poi ancora 2 ore e 2 ore ad alternanza ( in quanto assunta come invalida civile con prescrizioni ossia non posso stare troppe ore in piedi/seduta e non posso sollevare pesi fino a 10 kg nel mio reparto di provenienza mentre nell’altro reparto non c’è una postazione di lavoro x stare seduti) con prescrizione di sollevare pesi fino a 5 kg ed esclusione ad una mansione che gravava sul mio braccio e di revisione visita dopo 3 mesi ( in quanto in quel periodo ero affetta da una forte infiammazione mano/polso/gomito e lavoravo a turni 6/14 e 14/22 ). Nell’ altro reparto ho lavorato 2 gg e mezzo poi ho chiesto di tornare nel mio reparto in quanto non ce la facevo a causa del troppo dolore all’arto sx. dopo 3 mesi sono tornata a visita medica portando certificati medici in cui c’era scritto che le mie patologie erano dovute al lavoro che stavo svolgendo ( epicondilite, tenosinovite mano/polso e morbo di De Quarvain e entesopatia fascia plantare dx). l’azienda mi ha cambiato mansione e il medico competente mi ha abilitato alla nuova mansione scrivendo inoltre che era in corso la segnalazione di malattia professionale. inoltre, a causa della nuova mansione meno gravosa della precedente che mi ha causato i danni al braccio sx, subisco mobbing psicologico dalle colleghe e dalla capoturno. il medico competente a tuut’ora oggi non ha fatto la procedura di malattia professionale nononstante 3/4 medici sono concordi che la causa è dovuta al lavoro e l’anno scritto sul certificato medico. come mi devo comportare e il medico era obbligato a fare la denuncia di malattia professionale? La ringrazio x la sua spero celere risposta in quanto mi trovo in una situazione che mi sta debilitando a livello psicologico. grazie.