Con un avviso sulla Home Page del suo sito, l’INAIL ha comunicato che è stata prorogata la data oltre il quale non è più possibile inviare i certificati medici di Infortunio Malattia Profesionale con un metodo diverso dal telematico.
Il testo dell’avviso sul sito dell’INAIL:
“E’ stato differito il termine del 30 aprile previsto dalla circolare Inail 10/2016, paragrafo 12, quale “regime transitorio” per l’inoltro anche via Pec e non solo attraverso i servizi telematici dell’Istituto della certificazione medica di infortunio sul lavoro e malattia professionale.
Fino a nuova comunicazione, i medici e le strutture che non risultino ancora profilati nel sistema Inail, possono inviare i certificati medici via Pec alla sede Inail competente alla trattazione del caso.
Gli indirizzi Pec sono reperibili sul portale Inail.
Resta inteso che, nel caso di malfunzionamento del sistema, le stesse modalità possono essere utilizzate anche dai medici e dalle strutture già profilate.”
A commento devo dire che la possibilità di invio telematico del certificato di Infortunio sul Lavoro, primo, continuativo o ultimo che sia, è possibile e funzionalmente efficiente già da parecchio tempo. Il problema poteva nascere solo per i medici non dotati di credenziali di accesso, ma l’Istituto, a mia conoscenza, non ha mai creato problemi per il loro rilascio.
Invece la procedura telematica per l’invio del 1° certificato di Malattia Professionale è una novità.
Mi pare utile raccontare le mie prime esperienze, in verità molto disastrose, di invio di 1° certificato di Malattia Professionale.
Non credo ci sia dubbio che attualmente il sistema di invio delle certificazioni per Malattia Professionale è instabile e necessitante di correzioni e migliorie.
Circa 20 giorni fa, forse appena di più, ho cercato di inviare un 1° certificato di malattia professionale per una patologia alla spalla da sovraccarico biomeccanico in un bracciante agricolo.
Dopo circa un’ora di smanettamenti, sembrava ci fossi riuscito, l’ho inviato e, frettolosamente, visto l’ora tarda, l’ho stampato consegnandolo al mio assistito.
In serata mi ha telefonato perchè sul certificato che avevo stampato NON C’ERA IL SUO NOME.
Controllando ho scoperto di aver inviato un 1° certificato di malattia professionale per una patologia polmonare provocata da sovraccarico biomeccanico agli arti superiori (non mi sognerei mai di fare una cosa del genere) in un lavoratore abitante in un’altra città, mai visto o conosciuto. In sostanza il mio certificato si era “mescolato” a quello che “probabilmente” un’altro collega stava contemporaneamente compilando in un’altra città. Per giunta, rientrando nel mio accounto INAIL, ho ritrovato il certificato che avevo inviato … ma come bozza e naturalmente con i dati errati.
Stranamente, uscendo dall’account e poi rientrando … quel certificato non c’era più; il giorno dopo è ricomparso. Oggi è nuovamente scomparso.
Naturalmente gli ho rifatto il certificato, ma su modello cartaceo.
Ho insistito, cercando di farne altri.
Ad un ulteriore mio tentativo per un caso mortale di un ex lavoratore in uno stabilimento petrolchimico, un tumore maligno, ho avuto la riprova dei problemi del portale.
Avevo iniziato a compilarlo, inserendo anche la miriade di datori di lavoro nel certificato (in realtà un’unico stabilimento petrolchimico che negli anni è passato di mano più volte), ma poi ho sospeso perchè avevo altro da fare, salvando come bozza.
Quando sono rientrato … i dati del datore di lavoro erano spariti.
Ho riprovato, ma al momento di inserire le sue mansioni … mi sono arreso.
Si trattava di un operaio chimico, che svolgeva le sue mansioni in tutto lo stabilimento. Però la procedura per l’inserimento delle sue mansioni è talmente rigida da non permettere la compilazione in campo libero, ma solo la scelta tra quelle fornite da una tendina.
L’inserimento della “voce professionale ISTAT” è obbligatorio e prevede l’inserimento tramite il codice ISTAT (ma chi lo conosce?) oppure tramite ricerca inserendo una parola descrittiva delle mansioni conosciute.
Solo che spesso le ricerca non da risultati e per uscire da quella maschera i tasti di chiusura spesso non funzionano e occorre tornare alla pagina precedente con le funzioni del browser, quindi si deve rientrare nella pagina e ritentare … la fortuna. Ricordo che però dopo diversi tentativi sono riuscito ad ottenere la scelta tra 4 professioni.
Dopo aver scelto quella più simile, in pratica operaio specializzato chimico, mi sono ritrovato con un elenco di voci di mansioni assolutamente non pertinenti o incomprensibili.
Il più divertente, dal mio punto di vista, è stato l’incapocchiatore di fiammiferi; divertente non perchè sia una voce professionale inesistente, ma perchè si accompagnava ad una miriade di altre voci che prevedono conoscenze del ciclo lavorativo industriale assolutamente al di fuori delle competenze di un medico.
Per inciso, sono presenti dei “bottoni” cliccando i quali si dovrebbe aprire un “help contestuale” … ma non si apre nulla.
Alla fine ho inviato via PEC.
Spero che in futuro vada meglio.
Dott. Salvatore Nicolosi