Il dengue, una malattia virale trasmessa all’uomo dalle zanzare, è causata da quattro distinti sierotipi di un virus ad RNA della famiglia Flaviviridae, genere Flavivirus.

I quattro sierotipi del virus del Dengue sono denominati DENV-1, DENV-2, DENV-3 e DENV-4 E SONO sono strettamente correlati ma antigenicamente differenti, il che comporta che l’infezione da un ceppo non fornisce immunità permanente agli altri.

Questo virus è trasmesso principalmente dalle zanzare del genere Aedes, in particolare Aedes aegypti e Aedes albopictus, che si trovano prevalentemente in aree tropicali e subtropicali; ma con i cambiamenti climatici e con i mezzi di trasporto, in realtà sono presenti anche nel nostro territorio; esiste anche una trasmissione placentare dalla madre al feto.

Il termine “dengue” ha origini spagnole e si ritiene derivi dalla parola swahili “Ka-dinga pepo”, che significa “crampo causato da un cattivo spirito”. Questo termine venne utilizzato per descrivere una malattia con sintomi simili al dengue, che venne osservata nelle Indie Orientali nel XVIII secolo.

Successivamente, durante il periodo di dominio coloniale spagnolo nelle Indie Orientali, il termine “dengue” venne adottato per descrivere la malattia caratterizzata da febbre elevata, dolori muscolari e articolari, che si pensava fosse causata da “miasmi” o vapori malsani provenienti dalla terra.

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Il nome “dengue” è stato ampiamente utilizzato per riferirsi alla malattia nel corso dei secoli ed è rimasto in uso fino ai giorni nostri per indicare la malattia provocata dal Flavovirus.

EPIDEMIOLOGIA DEL DENGUE

L’epidemiologia da conto di una crescente incidenza a livello globale. Si stima che circa 3,9 miliardi di persone in oltre 128 paesi siano a rischio di contrarre il dengue, con circa 390 milioni di infezioni ogni anno, di cui circa il 25% risultano sintomatiche. Le condizioni ambientali favorevoli, come temperature elevate e precipitazioni abbondanti, contribuiscono alla proliferazione delle zanzare vettoriali e alla diffusione del virus.

Le aree in cui il dengue è epidemico o endemico sono l’America ed il Sudamerica, il Pacifico occidentale, il Sudest Asiatico; in Europa, compresa l’Italia, si parla generalmente di casi d’importazione, ma considerando la presenza anche del nostro paese di entrambe la zanzare più frequentemente coinvolte nel contagio, quindi Aedes aegypti e Aedes albopictus, sono descritti anche da noi diversi casi di contagio autoctono.

EZIOLOGIA

L’eziologia della malattia coinvolge un complesso ciclo di trasmissione. Le zanzare infette trasmettono il virus attraverso il morso, con l’infezione che si manifesta negli esseri umani dopo un periodo di incubazione di solito compreso tra 4 e 10 giorni. Una volta infettata, una persona può diventare vettore del virus per altre zanzare.

Gruppo di virus del Dengue (i puntini neri al centro dell'immagina 8 Fonte: Wikipedia .org)

Gruppo di virus del Dengue (i puntini neri al centro dell’immagina (Fonte: Wikipedia.org)

A livello strutturale, il virus del dengue è costituito da un guscio proteico esterno che racchiude il suo genoma a RNA. La proteina di guscio (E) è responsabile dell’adesione del virus alle cellule ospiti e della fusione del virus con la membrana cellulare per consentire l’ingresso nel citoplasma cellulare. La proteina di membrana (M) e la proteina dell’involucro (prM) sono coinvolte nella maturazione del virus. Il genoma virale contiene informazioni genetiche essenziali per la replicazione e la produzione di proteine virali.

QUADRO CLINICO

Una caratteristica distintiva del virus del dengue è la sua capacità di causare una vasta gamma di manifestazioni cliniche, che vanno dalla forma asintomatica o lieve alla forma grave della malattia. Questa variazione nella gravità è attribuita principalmente alla complessa interazione tra il virus, l’ospite e il vettore, oltre a fattori ambientali e genetici.

I sintomi del dengue possono variare da lievi a gravi e di solito si manifestano dopo un periodo di incubazione di circa 4-10 giorni dopo essere stati infettati dalla zanzara vettore. I sintomi comuni includono:

  1. Febbre elevata: La febbre è uno dei sintomi più tipici. La temperatura corporea può superare i 40°C (104°F) e l’iperpiressia può durare da 2 a 7 giorni.
  2. Dolori muscolari e articolari: spesso accompagnano la febbre e possono essere molto intensi, causando una sensazione di malessere generale.
  3. Mal di testa: è uno dei sintomi èiò comuni e può essere molto intenso.
  4. Dolore retroorbitale: è anch’esso assai frequente.
  5. Rash cutaneo: Sfrequente è l’eruzione cutanea, che può comparire durante la fase febbrile o dopo la sua diminuzione.
  6. Nausea e vomito: più raramente, nausea a evomito, fanno parte del quadro clinico.
  7. Piccole emorragie: di solito al cavo orale o alle gengine

 

Questi i sintomi, ma classicamente vengono distinte tre forme:

  • forma classica: insorge dopo incubasione di c-10 giorni, spasso con una congiuntivite a cui segue una forte cefalea, un altrettanto forte dolore retroorbitario, al rachide e agli arti inferiori; accompagnano astenia, anoressia, spesso un rush cutaneo e linfoadenopatia. In genere dura fino ad 8-10 giorni.
  • Forma atipica: è la più lieve ed è caratterizzata da febbre, anoressia, cefalea, mialgie ed, incostantemente, rush cutaneo; la sintomatologia generalmente non supera i 3 giorni.
  • forma emorragica: il dengue emorragico inizia piuttosto bruscamente con sintomi simili alla forma classica, tranne per le mialgie che spesso mancano, a cui si può aggiungere dolore addominale, spesso intenso; la gravità della malattia è testimoniata dalla comparsa di petecchie, porpora, vere e proprie ecchimosi, epistassi, emorragie gengivali, melena, ematemesi, epatomegalia e pistrinopenia; la progressione verso lo shock è documentato dall’ipotensione, dal polso piccolo e rapido, dalla sudorazione e dal pallore ed in questo caso la prognosi può essere pericolosamente incerta.

TERAPIA

La prevenzione del dengue si concentra principalmente sul controllo delle zanzare attraverso l’eliminazione dei loro habitat di riproduzione, come le raccolte d’acqua stagnante, e sull’uso di repellenti per zanzare.

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Esiste la possibilità di vaccinarsi, soprattutto per i viaggiatori che si recano in aree epidemiche.

In Italia è stato approvato un vaccino tetravalente vivo attenuato, somministrato in 2 dosi a distanza di circa 3 mesi, dai 4 anni di età in poi, il ciìui nome commerciale è Qdenga.

Attualmente, non esiste una terapia antivirale specifica per il dengue, quindi il trattamento si concentra principalmente sul controllo dei sintomi e sul mantenimento di una buona idratazione. Le misure terapeutiche includono: riposo e idratazione,  gestione della febbre e del dolore, monitoraggio dei sintomi per intercettare eventuali evoluzioni sfavorevoli.

Nei casi più gravi, come la dengue emorragica o la sindrome da shock, possono essere necessarie cure mediche maggiormente intensive, inclusi il ricovero in ospedale, emotrasfusioni, ricovero in reparti di terapia intensiva.

PROGNOSI DEL DENGUE

Per semplicità e schematicamente ecco alcuni riferimenti circa la prognosi:

  • nelle forme che potremmo definire “lievi” è che rappresentano la maggior parte dei casi; i pazienti tendono a recuperare completamente con il trattamento sintomatico e il riposo adeguato. La febbre e gli altri sintomi possono durare da alcuni giorni fino a una settimana, ma la prognosi è generalmente favorevole;
  • nei casi più gravi di dengue emorragica o la sindrome da shock la prognosi può essere grave, addirittura infausta. Emorragie interne, ipotensione, insufficienza multiorgano, e shock a volte, raramente, possono condutte il paziente alla morte;
  • tempestività delle cure: la gestione precoce e appropriata del dengue è fondamentale per prevenire complicazioni gravi e migliorare la prognosi. Nei casi di dengue grave, il trattamento in un’unità di terapia intensiva con il monitoraggio stretto dei parametri vitali e il supporto medico può essere necessario per garantire una prognosi migliore; naturalmente questo parametro risente fortemente della condizione delle strutture sanitarie presenti nel territorio;
  • alcuni fattori di rischio possono influenzare la prognosi del dengue, tra cui l’età del paziente, lo stato di salute generale e la presenza di condizioni mediche preesistenti. Le persone con un sistema immunitario compromesso o altre malattie croniche possono essere a rischio maggiore di sviluppare complicazioni gravi.

In sintesi, la prognosi del dengue dipende dalla gravità della malattia, dalla tempestività del trattamento e dalla presenza di eventuali complicazioni.

È essenziale comunque che i pazienti con dengue ricevano cure mediche appropriate e seguano attentamente le indicazioni del medico per garantire il miglior risultato possibile.


siti di riferimento

https://www.epicentro.iss.it/febbre-dengue/

Pagina AIFA sul vaccino anti Dengue: https://farmaci.agenziafarmaco.gov.it/bancadatifarmaci/farmaco?farmaco=050458

https://www.hsr.it/news/2024/marzo/dengue-cause-virus-conseguenze


Dott. Salvatore Nicolosi
Medico di Medicina Generale convenzionato con il S.S.N


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