Per Calazio si intende un processo infiammatorio cronico che interessa la Ghiandola di Meibomio, una ghiandola posta all’interno delle palpebre, in genere per ostruzione del dotto escretore.
Può interessare sia la palpebra superiore che l’inferiore e può tendenzialmente protrudere maggiormente verso l’esterno, la cute, o verso l’interno, la congiuntiva; si indica quindi il Calazio come “esterno” o “interno” rispettivamente.
Può essere unico, ma a volte possono essere diversi, anche in entrambe le palpebre, ed in questo caso si usa il termine di “Calaziosi”
Si è notata una certa associazione con diverse malattie intestinali e con i disordini alimentari; in particolare è significativa l’associazione con eccessivo consumo di grassi e insaccati; quindi, soprattutto in caso di Calaziosi, è opportuno un controllo gastroenterologico e/o una modifica dietetica.
Istologicamente il Calazio è costituito da un granuloma a cellule giganti ed epitelioidi.
Si manifesta come tumefazione indolente o poco dolente della palpebra con dimensioni variabili da un grano di miglio ad un chicco di granturco posizionato sulla congiuntiva e non sul bordo palpebrale. Non ha tendenza ad infiltrare i tessuti circostanti.
La sintomatologia in genere è lieve ma oltre alla problematica estetica, per fatti compressivi il Calazio può provocare astigmatismo da deformazione del globo oculare.
La terapia, oltre all’eventuale correzione dei fattori gastrointestinali e dietetici favorenti e, naturalmente, ad una accurata igiene dell’occhio, può essere costituita semplicemente dal cauto massaggio della palpebra per permettere la disostruzione del dotto occluso e la fuoriuscita del materiale infiammatorio; utili possono essere impacchi caldo-umidi per favorire questo processo. Sono usate anche applicazioni di pomate antibiotiche e/o cortisoniche. In qualche caso viene proposta l’iniezione intralesionale di triamcinolone acetonide con buoni risultati.
Il Calazio può addirittura regredire spontaneamente nell’arco di 10-15 giorni, ma in casi rari non guarisce nonostante terapia medica ed in questo caso è indicato l’intervento chirurgico di drenaggio del conglomerato infiammatorio. Si tratta di un intervento assai poco traumatico in anestesia locale con percentuali di successo prossime al 100%.
La recidiva è possibile.
Il Calazio su PubMed ==> da QUI
Dott. Salvatore Nicolosi