La giardiasi è un’infezione intestinale causata dal protozoo Giardia lamblia (noto anche come Giardia intestinalis o Giardia duodenalis), che rappresenta una delle principali protozoosi a livello mondiale.

Il parassita

Giardia lamblia è un organismo flagellato che vive nell’intestino tenue degli ospiti, compresi gli esseri umani. La sua forma cistica è particolarmente resistente agli agenti chimici e ambientali ed è il principale vettore di trasmissione. Le cisti possono sopravvivere a condizioni ambientali avverse, facilitando la diffusione attraverso il consumo di acqua o alimenti contaminati. La capacità del parassita di alternarsi tra la forma cistica e il trofozoite attivo è cruciale per la sua sopravvivenza e per l’insorgenza dell’infezione.

Il ciclo vitale di Giardia lamblia è caratterizzato da una stretta alternanza tra due fasi principali: la forma cistica e quella trofozoitaria. Questo ciclo diretto permette al parassita di adattarsi e sopravvivere in ambienti esterni e all’interno dell’ospite umano o animale. Di seguito viene descritto nel dettaglio il percorso del parassita.

Fase Cistica

La forma cistica è quella infettiva del parassita ed è particolarmente resistente agli agenti esterni. Le cisti si trovano nell’ambiente, soprattutto in acque non trattate o contaminate, e possono sopravvivere a condizioni avverse per lunghi periodi.

L’infezione avviene tramite l’ingestione di cisti presenti in acqua o alimenti contaminati, in particolare verdure crude; grazie alle caratteristiche di resistenza della parete della cisti, il parassita attraversa senza danni l’ambiente acido dello stomaco e raggiunge il duodeno, dove le condizioni più favorevoli (pH elevato e presenza di bile) innescano un processo di trasformazione con apertura delle cisti e rilascio dei trofozoiti, che rappresentano la forma attiva e mobile del parassita. In questa forma la Giardia ha una forma approssimativamente a goccia con 2 o 4 nuclei e 2 o 4 flagelli che si dipartono dalla parete cellulare. Sono i flagelli che, ruotando, si comportano come un’elica e permettono il movimento.

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Fase Trofozoitaria

Nella fase trofoizoidaria la giardia si muove liberamente nell’intestino tenue e si insedia sulla mucosa intestinale.

Giardia Lamblia al microscopio elettronico

Giardia Lamblia al microscopio elettronico. Fonte: Wikipedia.org

Grazie ai flagelli si lega all’epitelio intestinale tramite strutture specializzate e si riproducoe per fissione binaria, aumentando così la carica parassitaria.

E’ questa attività di replicazione parassitaria che poi compromette l’assorbimento dei nutrienti e provoca infiammazione, con conseguente insorgenza dei sintomi caratteristici della giardiasi.

Formazione delle Cisti e Escrezione

In risposta a condizioni avverse nell’intestino (ad esempio, la diminuzione della disponibilità di nutrienti o variazioni nell’ambiente intestinale), alcuni trofozoiti si trasformano nuovamente in cisti ed è proprio questo meccanismo che permette al parassita di prepararsi alla successiva fase di trasmissione grazie allespulsione nellambiente con le feci e così chiudendo il ciclo vitale.

A ben vedere, il ciclo vitale di Giardia lamblia è un processo ben adattato che consente al parassita di sopravvivere sia nell’ambiente esterno che all’interno dell’ospite. La trasformazione tra forma cistica e trofozoitaria è fondamentale per la trasmissione e la persistenza dell’infezione, e la conoscenza di queste dinamiche è essenziale per sviluppare strategie di prevenzione e controllo della giardiasi.

Epidemiologia

La giardiasi è diffusa in tutto il mondo e interessa sia i paesi sviluppati sia quelli in via di sviluppo. Negli stati Uniti si calcola che ogni anno siano segnalati oltre 15.000 casi di infezione, ma si ritiene che sia una incidenza assolutamente sottostimata.

Alcuni aspetti epidemiologici rilevanti includono:

  • trasmissione e fattori di rischio: la via principale di trasmissione è fecale-orale, con contaminazione dell’acqua potabile e degli alimenti. In contesti in cui le condizioni igienico-sanitarie sono precarie, il rischio di infezione aumenta notevolmente; anche l’abitudine a talune pratiche sessuali aumenta il richio di trasmissione:
  • gruppi a rischio: sono a maggiore rischio di infezione da Giardia soprattutto bambini, viaggiatori e persone che frequentano ambienti affollati come asili nido o campeggi; anche nuotatori che bevono acque contaminate ed utilizzatori di pozzi poco profondi sono a maggiore rischio;
  • andamento stagionale: in alcune regioni, la prevalenza della giardiasi può variare stagionalmente, correlata a fattori come le precipitazioni e l’uso di risorse idriche non trattate, tipo acque stagnanti.

Sintomi

I sintomi della giardiasi possono variare notevolmente da individuo a individuo, con manifestazioni che vanno da forme asintomatiche a quadri clinici più marcati.

La sintomatologia di solito insorge da 1 a 2 settimane dopo l’ingestione delle cisti.

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Tra i principali sintomi si evidenziano:

  • diarrea: spesso acquosa e frequente, è il sintomo più comune e può portare a disidratazione se non trattata adeguatamente; la conseguente disidratazione può addirittura rendere necessaria l’ospedalizzazione;
  • dolori addominali crampiformi;
  • gonfiore addominale e flatulenza, dovuta alla fermentazione dei nutrienti non completamente digeriti;
  • perdita di peso e malassorbimento: in infezioni prolungate o non trattate, la riduzione dell’assorbimento dei nutrienti può condurre a una perdita di peso significativa.
  • nausea, vomito, anoressia, febbre e, viceversa, stipsi.

È importante ribadire che alcuni soggetti possono rimanere asintomatici pur essendo portatori del parassita, contribuendo così alla diffusione dell’infezione.

Esiste una forma cronica provocata dalla mancata diagnosi in cui, assieme ai sintomi sopra elencati, ad eccezione della diarrea profusa, il quadro clinico è sovrapponibile a quello dell’intestino irritabile ed in questo caso, ai fini della diagnosi, aiuta il sospetto clinico di parassitosi.

Sono segnalati rari casi di invasione delle vie biliari da parte della Giardia Lambra con conseguenti complicanze a carico di pancreas e fegato oppure di perssitente presenza del parassita nonostante le terapia medica.

Diagnosi

La diagnosi della giardiasi si fonda su diversi metodi, che vanno dalla tradizionale analisi microscopica fino a tecniche più avanzate, senza dimenticare che comunque bisogna anche avere il sospetto clinico di tale patologia.

  • esame microscopico delle feci: rappresenta il metodo classico per l’identificazione di cisti e trofozoiti. Tuttavia esiste una certa incostanza nella liberazione dei parassiti e quindi può essere necessario ripetere più analisi su campioni raccolti in giorni differenti.
  • Test immunologici: questi esami consentono la rilevazione di antigeni specifici del parassita, aumentando la sensibilità diagnostica.
  • Tecniche molecolari (PCR): l’amplificazione degli acidi nucleici offre elevata specificità e può essere particolarmente utile nei casi di infezione a bassa carica parassitaria o in situazioni in cui i metodi convenzionali risultano inconcludenti.

Una diagnosi tempestiva e accurata è fondamentale per avviare il trattamento e prevenire possibili complicanze, oltre a limitare la diffusione dell’infezione nella comunità.

Terapia

Il trattamento della giardiasi è mirato all’eliminazione del parassita dall’intestino e al ripristino del normale equilibrio intestinale. Le opzioni terapeutiche includono:

  • Metronidazolo: è il farmaco di prima scelta e si è dimostrato efficace nella maggior parte dei casi. La sua azione antiprotozoaria comporta la riduzione della carica parassitaria e il miglioramento dei sintomi.
  • Alternative terapeutiche: in presenza di resistenza o intolleranza al metronidazolo, si possono utilizzare altri agenti quali il tinidazolo o il nitazoxanide. La scelta del farmaco e la durata del trattamento dipendono dalla gravità dell’infezione e dalle condizioni cliniche del paziente.Altri farmaci utilizzabili, ma di seconda scelta, sono il albendazolo, furazolidone e mebendazolo.
  • Misure di supporto: in aggiunta alla terapia farmacologica potrebbe essere necessaria una terapia con reintegro di acqua ed elettroliti.

Viene segnalato che una percentuale piuttosto alta di pazienti affetti da giardiasi, per oltre un mese dopo la guarigione possono soffrire di malassorbimento, in particolare in una percentuale anche superiore al 20% dei casi può essere presente intolleranza al lattosio che, comunque, di solito regredisce,

Conclusioni

La giardiasi, in contesti dove la gestione delle risorse idriche e l’igiene personale non raggiungono standard ottimali, può rappresentare un importante problema per la salute pubblica. La complessità del ciclo vitale di Giardia lamblia, la particolare resistenza delle cisti nell’ambiente e la variabilità clinica dell’infezione richiedono un approccio multidisciplinare che non in tutti i paesi è fattibile.


Dott. Salvatore Nicolosi
Medico di Medicina Generale

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