SOTTOSEZIONE DEDICATA A PROBLEMATICHE DI INVALIDITA’, DISABILITA’ E CAUSA DI SERVIZIO NELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE
INPDAP: Pensioni per inabilità
Cos’è la causa di servizio
Tabelle valutazione infermità per causa di servizio
Sentenze e giurisprudenza su invalidità in P.A. e causa di servizio
Circolari e messaggi INPS gestione ex-INPDAP
D.P.R. 27 luglio 2011, n. 171
Regolamento di attuazione in materia di risoluzione del rapporto di lavoro dei dipendenti delle amministrazioni pubbliche dello Stato e degli enti pubblici nazionali in caso di permanente inidoneità psicofisica, a norma dell’articolo 55-octies del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165.
DECRETO MINISTERO DELL’ECONOMIA E DELLE FINANZE – 12 febbraio 2004
Criteri organizzativi per l’assegnazione delle domande agli organismi di accertamento sanitario di cui all’art. 9 del decreto del Presidente della Repubblica 29 ottobre 2001, n. 461, ed approvazione dei modelli di verbale
utilizzabili, anche per le trasmissioni in via telematica, con le specificazioni sulle tipologie di accertamenti sanitari eseguiti e sulle modalita’ di svolgimento dei lavori.
D.P.R. 29.10.2001, n. 461
Regolamento recante semplificazione dei procedimenti per il riconoscimento della dipendenza delle infermità da causa di servizio, per la concessione della pensione privilegiata ordinaria e dell’equo indennizzo, nonché per il funzionamento e la composizione del comitato per le pensioni privilegiate ordinarie.
Legge 8 agosto 1995, n. 335
Riforma del sistema pensionistico obbligatorio e complementare
Corte Costituzionale – sentenza 1 agosto 2008, n. 323
In materia di prescrizione dei danni lungolatenti, con specifico riferimento alla pensione privilegiata, il dies a quo va individuato dal giorno della manifestazione della malattia e non dal giorno della sua causazione.
Corte Costituzionale – Ordinanza n 242, 30 giugno – 15 luglio 2003
Buonasera.
Naturalmente si.
Se la sua condizione fisica dovesse essere tale da impedirle di svolgere le sue mansioni o addirittura ogni possibile mansione compatibile con il suo ruolo, verrebe messo in quiescenza con una delle tipologie elencate in QUESTA pagina.
Saluti
Buongiorno, ho 55 anni e 35 di contributi presso Ente Pubblico (Comune). Recentemente dopo un po’ di analisi mi è stata diagnosticata una Sla. Al momento riesco ancora a guidare ed andare in ufficio con qualche difficolta nel guidare e nell’uso del computer in quanto con una mano non riesco più a digitare. Il problema e che la malattia secondo quello che ho capito è degenerativa e potrebbe essere anche molto veloce in tal senso. La domanda è: se dovesse mai succedere nel momento in cui non riuscirò più a guidare, ad alzare le braccia (cosa che già succede), posso chiedere la pensione anticipata. Grazie
PPROBABILMENTE, da quello che mi riferisce, è stato riconosciuto che si trova nell’assoluta e permanente impossibilità di svolgere qualsiasi attività lavorativa per infermità non dipendenti da causa di servizio, e quindi è stato riconosciuto il diritto a percepire la pensione diretta di inabilità ai sensi dell’art. 2 comma 12 della legge 335/95.
Salute
E’ stato chiarissimo. La ringrazio di cuore. Cordiali saluti
Buonasera.
Come sempre, a distanza dare un parere affidabile è difficilissimo.
Solo indicativamente, considerando l’esperienza maturata nella mia zona, direi che, viste le condizioni fisiche da lei stesso definisce discrete, mi pare difficile che possa essere riconosciuta la permanente inabilità.
Ricordi che l’istanza per il riconoscimento di inabilità, se effettuata da lei, prevede la contestuale dimissione dal servizio e quindi, se non dovesse essere accolta, lei si troverebbe senza pensione e senza lavoro; per tale motivo suggerisco grande prudenza.
Se invece fosse la sua stessa amministrazione a richiedere l’accertamento per eventuale riconoscimento di pensione di inabilità, allora lei non sarebbe costretto a dimettersi e in questo caso potrebbe comunque affrontare questo percorso con maggiore serenità.
Circa la documentazione da presentare in questi casi, oltre al relazioni oncologiche che documentano l’iter della patologia, quindi diagnosi, trattamento e programma di follow-up previsto, è utile presentare documentazione specialistica che sia utile a dimostrare che non può svolgere alcun lavoro, ad esempio perchè è presente un’insufficienza respiratoria e/o una cardiopatia e/o una patologia provocata dalla chemioterapia … e via dicendo.
Ma comunque ribadisco il consiglio di non affrontare questo tipo di istanza in modo temerario.
Saluti
Buongiorno.
Sono una dipendente statale con 40 anni di servizio attivo e con invalidità civ. 100% per tumore polmonare stadio IIIA. Per questa patologia ho subito lobectomia sx e, a distanza i pochi mesi dall’intervento, diversi cicli di chemio per contrastare la ripresa della malattia nell’altro polmone. Sono attualmente in cura con un nuovo farmaco che , a differenza della chemio, ha dato prima una risposta parziale poi R completa della malattia. So molto bene che la mia malattia può ripresentarsi già dalla prossima tac ma per ora va bene così, anche perché le mie condizioni fisiche sono sempre state discrete, nonostante i numerosi effetti collaterali che il farmaco mi provoca.
Stante questa situazione, ritiene che possa ottenere il riconoscimento della pensione di inabilità per permanente impossibilità a svolgere qualsiasi attività lavorativa ai sensi 335/1995? Che documentazione dovrei presentare?
La ringrazio anticipatamente .
Buonasera.
Art. 21 della legge 104/92:
…
21. Precedenza nell’assegnazione di sede.
1. La persona handicappata con un grado di invalidità superiore ai due terzi o con minorazioni iscritte alle categorie prima, seconda e terza della tabella A annessa alla legge 10 agosto 1950, n. 648, assunta presso gli enti pubblici come vincitrice di concorso o ad altro titolo, ha diritto di scelta prioritaria tra le sedi disponibili.
2. I soggetti di cui al comma 1 hanno la precedenza in sede di trasferimento a domanda.
Quindi per ciò di cui necessita, lei ha solo 1 dei requisiti, cioè il riconoscimento dello stato di soggetto con handicap.
Le manca il riconoscimento di una percentuale d’invalidità uguale o superiore a 67%.
La rispsta quindi è negativa.
Saluti
ho una disabilità art.3 comma 1 con invalidità civile riconosciuta al 50% con la seguente diagnosi: ipoacusia bilaterale, ipertensione arteriosa, malattia allergica, stato depressivo endoreattivo. con queste minorazioni rientro nel beneficio della sede di lavoro? poichè sono dipendente pubblico. in attesa ringrazio e saluto distintamente Nicola
Mi scusi, ma la sua esposizione è un poco confusa.
In ogni caso, riprendendo la parte finale del suo commento, l’INAIL è una istituto che tutela i lavoratori indennizzandoli per malattie o infortuni provocati dall’attività lavorativa.
Naturalmente sto semplificando, perchè il suo ruolo non è solo questo.
Nel suo caso specifico non è semplice.
Esistono in effetti delle forme depressive classificate anche come disturbi dell’adattamento, provocati da mobbing o da “costrittività lavorativa” per il quale l’INAIL riconosce degli indennizzi, ma per la verità esistono dei termini entro il quale deve essere presentata la domanda; a seconda dei casi, sempre per patologie di questo tipo, in genere sono 3 anni dalla cessazione del rischio oppure da quando la patologia ha raggiunto un grado tale da poter essere indennizzabile.
In realtà il suo è un caso complesso e merita una valutazione da parte di un medico legale in carne ed ossa. Una corretta valutazione non può essere fatta senza aver visionata tutta la documentazione, sia amministrativa che medica. Si rivolga serenamente ad un patronato che metterà a disposizione gratuitamente un professionista.
Saluti
Salve,vorrei qualche suggerimento a riguardo.Inquadrato come ex 3 livello nella scuola pubblica con mansioni di collaboratore scolastico ,dopo ripetuti episodi di pressione psicologic arivolta ad andarmene ,desistetti ,ma nel frangente ebbi numerose ripercussioni sul mio stato di salute ,dolori alla bocca dello stomaco insonnia,impellenza ad urinare svariate volte durante il giorno e la sera .Questo episodio durò dal inizio duemila a inizio 2006 .all’inizio del 2006 ,fui mandato a visita dmedica collegiale ,dopo quasi 845 giorni di protratta malattia .fui dichiarato incapace al lavoro per un anno .poi al successivo anno nell’inizio 2007 ,fui invitato ad trasferirmi ,fu detto che non dovevo lavorare in quella scuola e di non aver contatti con l’utenza.Poi, afar fede da gennaio 2007 e fino ad aprile 2007 ,fui invitato a voce a stare i malattia d’ufficio senza riscontro medico ,fu detto fa fede quanto ha scritto l’ASL,deve essere allontanato dall’utenza ,appuro invece nel seguito che vi era scritto si consiglia di allontanarlo ,poi già quanto dichiarato all’ASL che non mi sentivo di rientrare per insorto rifiuto psicologico ,tre mesi dopo fui licenziato .Nonostante vi fu conciliazione in ispettorato lavoro ,non mi senti ugualmente a rientrare per insorto rifuito psicologico .Chiedo ,non era utile ancor prima del licenziamento reinviarmi a visita al fin edi capire se vi era insorto un rifiuto inconscio ,e come detto dalla medicina del lavoro adire come da articolo 5 della leggge 335/95 .invece adesso mi ritrovo con un acusa dall’appello lavoro che non so come va a finire ,vorrei chiedere se ci sono dei presupposti per chiedere in denuncia inail ,a verifica dell’isorto rifiuto inconscio di tipo psicologico .Grazie,attendo vs risposta sulla mia e mail ,Vincenzo .