Le malattie professionali della spalla sono condizioni mediche che si sviluppano a causa di attività lavorative per il cui svolgimento vengono effettuati movimenti ripetitivi, tenute posture scorrette o sollevamento di pesi. In termine più tecnico, si dice che si tratta di malattie professionali da sovraccarico biomeccanico della spalla.

Queste patologie possono colpire tutte o alcune delle diverse strutture anatomiche della spalla, quindi muscoli, tendini, legamenti e articolazioni, provocando dolore e limitazione dell”articolarità che possono compromettere la qualità della vita e la capacità lavorativa.

ANATOMIA E FUNZIONE DELLA SPALLA

articolazione della spalla

articolazione della spalla

La spalla è un’articolazione con una ampia escursione di movimento, anzi è proprio l’articolazione la cui possibilità di movimento è la maggiore rispetto a tutte le altre.

Per tale motivo la sua anatomia è particolarmente complessa, così come è complesso l’interazione tra i vari componenti per garantire movimento e stabilità.

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Possiamo distinguere:

OSSA: la spalla è formata da tre ossa principali: l’omero, la scapola e la clavicola. L’omero è l’osso del braccio,  quindi la porzione di arto superiore più vicina al corpo,  la scapola è l’osso della spalla posto posteriormente e la clavicola, molto in sintesi, l’osso che collega la spalla allo sterno.

ARTICOLAZIONI: possiamo distinguere cinque articolazioni, tra cui l’articolazione gleno-omerale, che è l’articolazione principale responsabile dei movimenti della spalla, l’articolazione acromion-clavicolare, la sterno-clavicolare, la scapolo-toracica e la sottodeltoidea, queste ultime 2 però non sono articolazioni tra 2 capi ossei, ma piuttoste piani di scorrimento di tendini;

STRUTTURE STABILIZZANTI: per garantire stabilità alla spalla durante i movimenti, sono presenti sia componenti passive che attive; le componenti “passive” includono la capsula articolare, i legamenti e il cercine glenoideo, le componenti attive sono costituite dai muscoli della cuffia dei rotatori, dal muscolo deltoide e dal tendine del capo lungo del muscolo bicipite.

MOVIMENTI FONDAMENTALI: la spalla ha tre gradi di libertà che le consentono di orientare il braccio nei tre piani dello spazio. I movimenti fondamentali vengono chiamati abduzione, adduzione, flessione, estensione, rotazione interna e rotazione esterna.

LA MALATTIA PROFESSIONALE DELLA SPALLA

Tenendo presente che per malattia professionale si indica una patologia che un lavoratore contrae a causa dell’esposizione prolungata a fattori presenti nell’ambiente lavorativo o dovuti allo svolgimento di specifiche attività lavorative, le cause più frequenti di malattie professionali della spalla sono:

  • movimenti ripetitivi: attività che richiedono movimenti ripetuti numerose volte possono causare lesioni da “usura”,
  • sollevamento di pesi in maniera scorretta, eccessiva, per periodi prolungati,
  • posture scorrette mantenute durante lunghe ore di lavoro,
  • vibrazioni trasmesse al sistema mano-braccio per uso di utensili che generano vibrazioni.

Con il DM 10 ottobre 2023 sono state rinnovate le tabelle per le Malattie Professionali dell’industria e dell’agricoltura.

In questa tabella, a proposito del distretto “spalla”, vi sono 2 voci dedicate:

2) MALATTIE CAUSATE DA VIBRAZIONI MECCANICHE TRASMESSE AL SISTEMA MANO BRACCIO:    
a) SINDROME DI RAYNAUD SECONDARIA DITA MANI (I73.0) Lavorazioni, svolte in modo abituale e sistematico, che comportano l’impiego di utensili, attrezzature, macchine ed apparecchi che trasmettono vibrazioni al sistema mano-braccio. 1 ano
b) OSTEOARTROPATIE (POLSO, GOMITO, SPALLA) (M19.2) 4 anni
c) NEUROPATIE PERIFERICHE DEI NERVI MEDIANO E ULNARE
(G56)
2 anni

.

74) MALATTIE DA SOVRACCARICO BIOMECCANICO DELL’ARTO SUPERIORE:    
a) DISTRETTO DELLA SPALLA:
TENDINOPATIA DEGENERATIVA DELLA CUFFIA DEI ROTATORI (M75.1);
TENDINITE CALCIFICA (MORBO DI DUPLAY) (M75.3);
BORSITE CRONICA (M75.5)
Lavorazioni, svolte in modo abituale e sistematico, che comportano a carico della spalla movimenti ripetuti con mantenimento prolungato di posture incongrue e impegno di forza. 2 anni

Quelle descritte nelle porzioni estratte dalla Tabelle per le Malattie professionli vigente in questo momento sono quindi patologie che, se ne ricorrono i presupposti, possono esser riconosciute ed indennizzate dall’INAIL.

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Naturalmente devono sussistere certi requisiti:

  1. la diagnosi della malattia deve essere certa e non presunta, quindi la malattia deve essere accertata con esami di diagnostica per immagine e, ancora meglio, confermate da specialista ortopedico (questo non è indispensabile);
  2. l’esposizione alla lavorazione “morbigena” deve essere certa, sufficientemente prolungata e documentata,
  3. la patologie deve essere insorta o comunque diagnosticata al massimo entro il tempo indicato rispetto alla cessazione dell’attività che ha prodotto la malattia stessa; ad esempio una tendinopatia della cuffia dei rotatori diagnosticata 4 anni dopo la cessazione dell’attività lavorativa non è riconoscibile;
  4. l’istanza per il riconoscimento della patologie deve essere fatta nel modo corretto con opportuno primo certificato di malattia professionale redatto sul sistema telematico INAIL da medico dotato di credenziali certificatorie.

Quindi, con parole differenti, deve essere riconosciuta la susssitenza di un prolunato sovraccarico biomeccanico della spalla provocato dalle specifiche condizioni di lavoro.

Se la malattia professionale dovesse essere riconosciuta allora il medico INAIL effettua una valutazione della funzione, o meglio del deficit funzionale, della spalla ed emette un giudizio valutativo in percentuale di danno biologico alla luce delle tabelle del DM 38/2000.

Per ciò che riguarda le menomazioni della spalla abbiamo:

223. Anchilosi completa dell’articolazione scapolo-omerale con arto in posizione favorevole
d. 25
n.d. 20 9
224. Limitazione dei movimenti dell’articolazione scapolo-omerale ai gradi estremi
3
225. Esiti di lussazione di spalla, apprezzabili strumentalmente, in assenza di ripercussioni funzionali
Fino a 4
226.
Instabilità di spalla:
  1. di grado severo (a tipo lussazione abituale)
  2. di grado medio (a tipo lussazione recidivante)
 
d. 12 -n.d. 10 9
d. 6 – n.d. 5 9

 

 
227.
Esiti di lesione delle strutture muscolo-tendinee della spalla, apprezzabili strumentalmente, non comprensive del danno derivante dalla limitazione funzionale
Fino a 4
228.
Esiti di lesioni tendinee del muscolo bicipite brachiale, a seconda del deficit di forza
Fino a 6

Per “d”, dominante,  si intende destro nel destrimane e sinistro  nel mancino, per “nd”, non dominante, viceversa.

Ancora, le lesioni prodotte dalla malattia professionale potrebbero rendere necessario un intervento chirurgico e quindi eventualmente sono valutabili anche la cicatrice chirurgica e la presenza di eventuali mezzi di sintesi, tipo ancorette, per il blocco o il riposizionamento di un tendine.

Da rilevare che dalla tabella si evince che il 25% è il valore massimo ricooscibile per il blocco completo della spalla dell’arto superiore dominante e il 20% il valore massimo riconoscibile per il blocco completo della spalla dell’arto superiore non dominante. Queste sono percentuali non superabili a cui, eventualmente, a mio parere, si può aggiungere qualcosa se sussiste un danno estetico da cicatrici chirurgiche.

Ricordo ancora che, tra 1% e 5% l’INAIL non eroga nulla, tra 6% e 15% eroga una somma una tantum a titolo di risarcimento del danno biologico, dal 16% in poi l’INAIL eroga una rendita, calcolata utilizzazzando come parametro lo stipendio base, e comprensiva di danno biologico e danno lavorativo.

Se la domanda di riconoscimento non dovesse essere accolta, oppure accolta ma con il riconoscimento di una percentuale di danno ritenuta insufficiente, allora può essere presentata una “opposizione” ai sensi del’art. 104 del TU sulle malattie professionali e gli infortuni sul lavoro, meglio se con l’assistenza di un patronato.

A questo proposito, è importante distingure:

  1. malattie insorte a causa del lavoro
  2. malattie insorte durante il lavoro.

Le seconde non hanno dignità di malattia professionale e non possono essere riconosciute e risarcite dall’INAIL.


Dott. Salvatore Nicolosi
Medico di Medicina Generale

 

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